martedì 6 aprile 2010

Notizie dalla provincia

La sonnacchiosa e chiesarola Padova salta su nelle cronache, in illustri telegiornali nazionali diciamo, per quello che sembra lo smodato consumo di cocaina (i padovani sniffano quanto gli altri, si può supporre, né più né meno, a seconda delle tasche, dell'estro, della crisi). Non possiamo ritenerli più santi o più peccatori di altri, sono semplicemente persone che si drogano, e fine. Si consideri anche che Padova ha quattro posti in croce dove la gente si ritrova per chiacchierare e scambiarsi effusioni e/o sostanze psicotrope, gli stessi quattro buchi in croce nei quali si incontrano anche quelli che non sono poi così interessati a cocaina et similia, con l'ovvia considerazione che ci si trova tutti gomito a gomito, e notoriamente i cocainomani sono un po' sull'allegrotto andante (almeno nella fase iniziale...), cosicché lo spazio, già ridotto, si fa via via più esiguo. Sono drammi, un'illuminata politica dovrebbe contemplare spazi più ampi onde tutti ci si possa ricreare senza infilare il gomito nel mojito del vicino.
Per gli abitanti del centro che tutte le mattine si trovano le fioriere concimate da vari sottoprodotti del corpo umano, tutta la mia comprensione e stima...non deve essere piacevole assistere a scene dantesche di gente che da' alla luce la cena messicana il cui tragitto nel mondo è stato, ahimè, troppo breve. Io vivo fuori città, ma anche nei paesetti la gente ci da' dentro di gusto, con l'alcool. Del resto, un veneto che non beve nemmanco un goccio è un abominio inconcepibile. E siamo al punto di prima.
Comunque, sto andando fuori tema, accusa che mi viene mossa sin dai tempi delle elementari, per cui vado al punto.
Se uno sfruculia su youtube si rigusta la scena della bionda che ha fatto cagnara da Chiambretti (lo fanno troppo tardi, io registro "Fringe" e intanto sono già a letto nel quarto sonno). La ragazza è di Padova, il Mattino le ha concesso una pepata e irriverente intervista, tendente a demolirla, ma la ragazza a quanto pare è fatta di granito. Ah, la beata incoscienza dei diciannove anni...
Lo so, i detrattori diranno: è il tritacarne televisivo, chi entra accetta di fare la figura del pirla, chi ne scrive turbato è un pirla in via definitiva, chi commenta ridanciano è un pirla ma non sa di esserlo. E io confermo di essere fessacchiotta, di saperlo benissimo e di ritenerlo ininfluente, Vostro Onore.
Cosa ha combinato, l'illustre giovane patavina? Ancora virgo intacta a diciannove anni suonati, ha scritto un volumetto sapido (che io, premetto subito, non ho letto e non ho intenzione di farlo-preferisco Roth e il suo "L'umiliazione", non so perché, mi sembra che il vecchietto scriva bene), un po' autobiografico, dicendo un sacco di cose, probabilmente anche sensate e vere, sulla città, la sua adolescenza, il liceo che era solo una perdita di tempo, sugli insegnanti tonti, sugli uomini che non la capiscono e che sono senza nerbo, in parole povere. Insomma, a occhio e croce, qua non si salva nessuno. Ora, se tutti quanti noi usciti dai nostri licei classici, scientifici, scuole professionali e via discorrendo ci fossimo cimentati con la narrativa raccontando le incazzature, le magagne, gli amori infelici dei diciannove anni, non bastava abbattere tutta l'Amazzonia per fornire la carta da vergare. Soprattutto, chi cavolo si sarebbe messo a leggere tutte quelle pagine noiosissime (per noi, capolavori)? I parenti. Forse.
La bellezza dei diciannove anni risiede nella sua sicumera, nei suoi giudizi tagliati con l'accetta, nella convinzione che il mondo sia una trappoletta stupida, facile da smontare. Purtroppo il mondo è una trappolona immensa, con dentro centinaia di trappolette crudeli e perfide e difficilissime da evitare, una tagliola con dentro mille tagliole, come uno specchio che si riflette in un altro, senza fine. Fosse facile. Ma questa biondina è sveglia, lei sì ha capito come gira il mondo.
Intanto, ha trovato un editore, e ha pubblicato (pensa quanti stanno a rosicare). In copertina si è messa col sedere di fuori, un po' verginella e un po' peccatrice, perché la morale è cerchiobottista, ok andare a messa ma anche il corpo ha le sue urgenze. Sacrosanto (e lo venite a dire al religioso Veneto, la parrocchia d'Italia? E Germi, con i suoi film, con Treviso capitale dello scambio di mogli? Delizioso).
Ma non era abbastanza, non per far accendere i riflettori e scintillare, non per comparire per un giorno sulle pagine del giornale o su blog perdigiorno che potevano parlare di qualche oscura e bellissima scrittrice inglese, e invece titillano gli umidi recessi dell'animo umano, finendo essi stessi nel tritacarne, compiaciuti e compiacenti.
La biondina ha deciso di offrire la propria immacolata purezza ad un uomo in particolare, un uomo forte, libero, generoso, di carattere, mica come quegli invertebrati dei padovani, che ti passano a prendere con la pulciosa Smart, ti portano al Q e poi in camporella (e già l'idea di fare roba in una Smart è di per sé indice di deboscio). Quale uomo, si dirà? QUELL'UOMO, si penserà?, quello che muove le sorti delle italiche genti al momento? L'uomo che sorride troppo e ama il blu e porta su di sé i segni di una disastrosa blefaroplastica? Ma no, a quest'ora la biondina sarebbe la nocchiera di un ministero, creato all'uopo.
No, il generosone vertebratissimo è nientepopodimenoche Ahmadinejad, a capo dell'Iran, iraniani volenti o nolenti. Un filantropo femminista che sostiene di tasca propria Amnesty International.
Poteva dire Sarkozy, poteva dire Brown, poteva (saggiamente) donarsi ad Obama, ne aveva a pacchi tra cui scegliere, ma no. Ha scelto quello che sta sulle palle all'umanità intera, un ciospo d'uomo che definire bello è azzardato, diciamo un tipo, ma del tipo brutto. Con una canappia più grande di certi bicamere che ho visto di recente. Un omino che non stringe la mano alle donne, un omino il quale non toccherebbe questa biondina nemmeno con un traliccio dell'Enel, figuriamoci scambiarci le effusioni, in quanto occidentale, donna, sfrontata, quagliotta (se vogliamo), emancipata (?)- mettersi a culo nudo non corrisponde esattamente alla mia idea di emancipazione, a parte se ci troviamo tutti su di una spiaggia per nudisti.
E quindi difficilmente la biondina salterà il fosso a breve col ragazzone iraniano, le conviene tenere il fiore della sua virtù in salamoia per un altro po' di tempo, farsi qualche ospitata in giro ancora, farsi insultare almeno da Marina Ripa di Meana e Luxuria, portare a casa un gruzzolo tra discoteche, caseifici e ipermercati da inaugurare, dopodiché potrà ripiombare nella sonnacchiosità provinciale, moglie appagata di un lauto avvocato o di chiunque saprà apprezzare le sue indubbie doti muliebri (mi voglio sprecare, la bionda non è scema tutta).
Non ho dato un occhio a facebook, forse qualcuno ha già creato un gruppo "massì, mandiamola in Iran, visto che insiste", se ci tassiamo tutti di un euro ce la dovremmo fare. Poi la ficchiamo sul primo aereo, sventoliamo i fazzoletti e andiamo a berci uno spritz.
E così potremo passare alla prossima vaccata imperdibile.
Frecciatina piccolina al curaro: tesoro, se tu hai diciannove anni, io ne ho quindici. E sono virgo intacta pure io, anzi, intactissima.
Eh, come diceva Jules Renard, bisogna vivere per scrivere, e non scrivere per vivere...

9 commenti:

Alberto ha detto...

...semplicemente fantastica :)

Gillipixel ha detto...

Credo che anche io seguirò il tuo sciagurato esempio, Vale :-) mi sa che trascurerò questa perla della letteratura, così mirabilmente vergata da 'sta idio...ehm, da questo nuovo genio femmineo della narrativa, per buttarmi sull'ultimo degli scribacchini, un tal Philip Roth che è così schiappa da continuare a sfiorare ogni anno il nobel, ma forse solo perchè la giuria è impegnata a leggere dell'altro :-)

Tutto ciò che racconti nel tuo bellissimo articolo, cara Vale, credo faccia parte dei pregi che comporta la moderna totale immersione nella "dimensione comunicativa"...e si capisce cosa intendeva Andy Warhol quando diceva che in questo clima ognuno ha potenzialmente a disposizione i suoi 5 minuti di celebrità: nel calderone della comunicazione, tutto è indistinto e pressochè svuotato di ogni senso...quello che conta è solo farsi sentire, con qualsiasi mezzo, strombazzare, giustificare la propria identità con il rumore...non conta se dici vaccate...anzi, più ne dici e più risalti, e quindi, in questo perverso ribaltamento dei valori, più acquisti valore...
Non so cosa stiamo aspettando ancora a fare Fabrizio Corona premier e la Ventura presidente :-)

Petiocil dice blogspot...che sia una medicina per guarire dal morbo della comunicazione, combattendola a suon di venticelli d'origine posteriore? :-D

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Alberto, sei molto gentile!:))) ma il merito è tutto della mia musa bionda...;)

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, Gilli, se il petiocil potesse salvarci da tutto il qua qua qua che ci circonda...quando accendi il televisore senti ciarlare, lo spegni e le chiacchiere cretine ti perseguitano rimbombando anche col tv spento...è la nuova frontiera del subliminale? Perché la gente inutile sente il bisogno di pestare i piedi come i bambini pur di farsi notare? O hai qualcosa di intelligente da dire, o meglio se stai in silenzio. Ma questo figurati se lo capiscono. L'essenziale è essere "io", un personaggio, una maschera svuotata da ogni significato, pronta ad assumere quello che ti butteranno addosso. pronta a durare dieci minuti, e poi sotto con un altro involucro vuoto.
Che dici, finirà questa farsa, prima o poi?
Almeno scrivere ti costringe a stare attento a quello che dici, a meditarlo, a limare, a correggere, a pensare...oddio, ho usato il verbo che tutti temono, anatema, anatema!:))))))))))))
Se non l'hai ancora preso, leggi l'ultimo Roth: è superlativo.;)
Chissenefrega del Nobel, lui è il Sommo. Accontentiamoci.;))))))

Gillipixel ha detto...

Vale, per il momento mi sono accaparrato "Il fantasma esce di scena", che è pure notevole...la mia idiosincrasia per le copertine dure (lo so, fa ridere :-) mi ha frenato dall'acquisto dell'ultimo...ma ora che è certificato "Vane-Vale" non c'è copertina che tenga: me lo accatto al più presto :-)
Grazie :-)
Rensacin dice blogspot, facendomi pensare ad un sipatico pesciolino tipico della laguna veneziana :-)
In pescheria: "...Ch'el me dàga 3 etti dé rescacin..." (chiedo scusa per l'ignobile simulazione di questio dialetto pseudo-veneto :-)

Gillipixel ha detto...

Ecco, lo sapevo, il nume tutelare della genuinità dialettale mi ha subito punito, tramite blogspot, che puntualmente mi volge il suo fatale responso:
culato :-D

Visir ha detto...

Sulla cocaina (ct. Uber Coca di Sigmund Freud) la penso come Woddy Allen: "E' il modo che ha Dio di dirti che stai guadagnando troppi soldi".
In merito alle umane facezie televisive come pronosticato da Andy Warrhol abbiamo tutti cinque minuti in cui il mondo ci ascolta...Peccato però che per la maggioranza delle persone in quel momento gli vengono fuori solo cazzate immani.

Vanessa Valentine ha detto...

Ah, ah, ah, Gilli!:))))) tranquillo, il tuo veneto c'è quasi, devi solo togliere un po' di consonanti e ci sei...;)
rescacin in effetti suona pescioso, devo chiedere a mio padre se mi insegna qualche nome buffo di pesci veneti...
e poi è vero che blogspot a volte oscuramente ti punisce...certo che "culato" mi sembra eccessivo, caspita :))))))))
blogspot, cattivo,comportati bene e non trattare male gli amici blogger (o ti faccio tò tò sul culetto, ocio).;)))))))))
(ma davvero non ti piacciono le copertine dure? io il più delle volte non li compro per il volume, ma non resisto, nella maggior parte dei casi. Un bel libro mi seduce sempre).
Domani in biblio faccio il pieno di Roth.

Vanessa Valentine ha detto...

Giusto, Visir, e noi siamo costretti a subire le farneticazioni dei Granfratellini chiusi in casa senza cocaina da giorni e già a rota...siam messi bene...;)))