mercoledì 15 settembre 2010

Giorni intensi ovvero la Saga di Poultryville

Sarò anche una malnata di una superstiziosa, lo so, e mi prendo le mie colpe.
Però prima di combinare il fattaccio non ho voluto dir niente, e adesso finalmente posso vuotare il sacco.
In teoria, il blog dovrebbe raccontare quello che si fa e non si fa nella vita, ammorbando le orecchie dei fedeli lettori. Io invece ho fatto e taciuto, seguendo la mia personale legge esistenziale e il tipico modo d'agire veneto, e adesso vi spiattello la storia. Chiedo venia, ma sapete com'è, il pensiero magico, se lo racconti poi chissà, eccetera eccetera.
La casa l'abbiamo comprata. Oh, là.
Eravate rimasti probabilmente alla mia invettiva contro l'incolpevole paese di Casalserugo, unicamente responsabile di albergare tra gli immobili al catasto un'orrida palazzina in stile film di Pupi Avati, con un appartamento che mi sarei dovuto comprare e perfino viverci dentro, secondo l'idea del farlocco di un immobiliarista.
Eppure il misericordioso dio degli appartamenti, nella sua insindacabile ironia, ha deciso di farmi finire in un paese ancor più lontano del già remoto Casalserugo, ovvero Polverara.
Ora, ero indecisa se togliere di torno Accidia e Deboscio e ribattezzare il tutto "Le Cronache di Dustville", considerando la desolata etimologia suggerita (il paese, in realtà, è piccolino e tranquillo, molto neorealista e squisitamente anni '50 come i film di Don Camillo e Peppone, però ha un suo fascino, un nonsoché che speriamo di scoprire in tempi brevi).
Poi, considerando che Polverara è la patria mondiale della gallina padovana, prelibata specie avicola già nota ai latini (e infatti un bel galletto troneggia nello stemma della città) mi è sembrato più sensato dar retta alla teoria che significhi allevamento di polli, da cui il poultry. Tutto questo delirante ambaradan per dire soltanto che ci sono molti cambiamenti all'orizzonte: il trasloco imminente, tutte le utenze da cambiare (con il concreto rischio che per il telefono e l'adsl ci voglia più che un po' di tempo, quindi per un po' ci si sentirà solo mediante piccioni viaggiatori (che peraltro nel comune abbondano, basta solo addestrarli).
Speriamo bene.
Inutile dire che sono stanca morta ma soddisfatta.
In più.
Uno studio padovano giovane e arrembante mi vorrebbe in squadra, delegandomi alla contabilità e all'amministrazione (credo che non abbiano ancora ben capito con chi hanno a che fare, contenti loro), inutile dire che vado lì e cerco di capire qualcosa, più di così non posso fare.
C'è di buono che la mia calma zen sembra rincuorare i presenti, che si fidano. Mah.
Una novità dopo l'altra. Ed è un bene.
E così stamattina sul presto ho preso la dolce Ibiza grigia e con lei ho galoppato verso Poultryville, carica di mocio, detersivi e pezze varie per una prima pulita sommaria (l'idea è pulire una stanza per volta, ammucchiare la tonnellata di scatoli che al momento non ci fa più camminare in casa vecchia in un punto strategico e svuotare tutti i mobili pieni di paccottiglia all'inverosimile, quindi portarla in casa nuova, e così all'infinito. Devo essere impazzita, non posso aver comprato tutta questa roba).
La cosa bella di una casa nuova di pacca è il silenzio che ti accoglie quando entri, l'odore di intonaco vergine, le stanze vuote con l'eco, tutta quella verginità che aspetta solo te, ecco.
E poi pensi che sei l'indiscussa signora della situazione, che fai quello che ti pare (pulire, ma insomma, il concetto è chiaro).
Fuori c'è un concerto di galli, sono circondata da fattorie e orti, non c'è un'anima nelle quattro palazzine gemelle (queste sì belle, bellissime, color rosso casa cantoniera e senape, con le travi di legno a vista e i terrazzi enormi, e in mattoni. Abbiamo fatto gli sboroni, e abbiamo comprato l'attico (il terrazzo sopra è una piazza d'armi, da farci le feste), le imposte sono rosse e allegre e lucide di novità, tutto sembra luccicare e pieno di aspettativa.
Io mi prendo cinque minuti per mettere i gomiti sul davanzale e guardare il paesaggio, per farmi passare il vento sulla testa.
Che bel silenzio che c'è, quaggiù, a Poultryville.

21 commenti:

spillo ha detto...

I miei migliori auguri (non porta male, vero?) alla padrona di casa, che la nuova magione si possa rivelare una cuccia accogliente e familiare.
Confesso che ho dovuto cercare Polverara su google maps. Noi ex studenti ex-residenti conosciamo ogni palmo della zona universitaria, il centro, le zone immediatamente raggiungibili in bici, ma il resto... già Volta Barozzo aveva un alone mistico, era già "frontiera".
In realtà scopro di essere andato vicino a Poultryville, vedo che dista poco da Legnaro, che dovrebbe essere familiare agli studenti di fisica... dovrebbe. Un professore ci portò in gita il secondo anno, per creare vocazioni, ma la vista dei laboratori mi atterrì: decisi che non avrei mai fatto il fisico sperimentale, e scelsi un indirizzo teorico. In realtà, alla fine, non faccio proprio il fisico, per lo stesso motivo generalizzato: non sopporto l'aria stantia, non posso dedicare la vita a muoni, "oscillazioni di bellezza" o gatti di Schroedinger.
Ma ovviamente, ripeto, le mie riserve furono sui laboratori, non sulla zona - che però ricordo poco per probabile rimozione associata.

Conosco assai bene le fatiche del trasloco; immagina noi lettori idealmente al tuo fianco armati di mocio e nastro da imballaggio.

PS Sei sempre molto misteriosa: "ABBIAMO comprato", "ABBIAMO fatto questo e quest'altro"... dev'essere un artificio da consumata scrittrice... :)

Visir ha detto...

La sincronicità degli eventi mi lascia sempre attonito.
Anch'io ho comprato casa e sono impegnato sino al midollo nella ristrutturazione di una bella dimora degli anni 60' nel cuore direzionale di questa metropoli.
Gli infiniti disagi sono compensati dalla promessa di futuri piaceri.
Ebbene, dopo poco più di un decennio migro in un altro nido.
Ho cambiato tante case nella mia vita.
Matrimonio, convivenze, “singlitudine”, le ho provate tutte, ogni tappa della mia esistenza è legata ad un luogo, ad un’abitazione ad un amore. Qualche volta mi guardo indietro e mi sembra di avere mille anni in altri vivo il mistero di quando ero bambino.

Sono felice, ma non lo dico a nessuno perchè poi porta sfiga.
Mi attendono fatiche inenarrabili visto che devo fare tutto da solo, conto su un manipolo di amici, una donzella caritatevole che allieta qualche volta le mie meditabonde notti e una Mater ormai rassegnata alle mie follie. Con questo pugno di argonauti affronto il divenire lanciando avanti il mio cuore.
Ci si fa forti portando pesi, non si dice così?
Questa è alla fine la vera palestra della vita.
Quanto vero è il motto dell'Ikea: ogni uomo dorme nel letto che si è fatto.

Sogni felici a tutti, in particolare a te cara Vivì, il meglio ci aspetta appena dopo l'ansia di un salto nel vuoto e se così non sarà, se per qualche ragione del Destino o magari un mago invidioso ci facesse uno sgambetto, allora Fanculo.
Personalmente voglio restare in piedi fino alla fine dell’ultimo round.
Il mondo può vincere, ma solo se mi arrendo.
A volte la vita mi sembra una splendida sfida...e qualche volta mi pare anche vero.

Gillipixel ha detto...

Vale, Poultryville si allittera gioiosamente con "poltrire", per cui lo vedi che tutti i conti pigri tornano sempre :-)
Noi fedeli tuoi lettori siamo tutti idealmente con te nelle fatiche del trasloco e ci auguriamo che tutto il tuo contorno ritorni presto al suo naturale scorrere sereno e regolare, in sacrosanta prigizia :-)
Questi paesini della nostra provincia sono località "a doppio taglio esistenziale" :-) ed io ne so qualcosa...se li sai capire, se sai entrare nella loro essenza, sono fonte di soddisfazione, ti offrono il modo di vivere giorni che al tramonto puoi dire meritasero di essere vissuti :-)
Se invece "li prendi su male", eh beh, possono risultare anche mica tanto piacevoli...

Giovannino Guareschi scrisse che la provincia, col suo apparente immobilismo e la sua lentezza, è in realtà una sorta di pensatoio, dove la gente è poco dinamica proprio per il fatto che ha già anche troppo da fare ad inseguire i propri pensieri :-)
Credo che un po' avesse ragione... :-)

Chiudo dicendo che stavolta, oltre ai consueti e meritati complimenti per la tua prosa sempre così fresca e gradevole, vorrei estendere il mio plauso anche al commento di Visir, che ho trovato veramente di una delizia narrativa e di una grazia espressiva ammirevoli :-)

Ciao a tutti e buoni traslochi :-)

Salazar ha detto...

Ma Spillo!, è il pluralis majestatis quello!

spillo ha detto...

Salazar: un "pluralis maiestatis" che ti aiuta a pagare il mutuo? Mmm, certe persone hanno tutte le fortune... :)

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Spillo, sei molto gentile (e incoraggiante...)!
La casa è molto accogliente e molto sporca, al momento, quindi vado giù pesante con l'olio di gomito (nelle frattaglie di tempo, chiaro).
Se non dico castronerie, a Legnaro ci dovrebbe essere una cittadella super tecnologica, nonché una clinica per animali all'avanguardia...per dire, spesso i paesi piccoli sono piloti nelle cose buone, mai giudicare un libro dalla copertina, etc, etc. Vi dirò della zona più avanti, per forza, al momento è tutto nuovo e frastornante (giuro, è un periodo davvero pieno di confusione, sono fritta).
Certo che portare la gente in gita a Legnaro, comunque, detto con tutto il rispetto, è da sadici...e magari voi volevate andare a Parigi...:))))))) scherzo.
La vostra vicinanza cementata dal nastro da imballo mi sosterrà nei momenti bui, sudati e faticosi del trasporto scatoli su per due rampe, grazie amici, siete nel mio cuore!:)))))
Ed ebbene sì, tutto questo mistero è un artificio letterario, per tenere avvinti i lettori...:))))))))
Un solo indizio: ripensate alle caffettiere tragicamente e prematuramente perite e vi sarete avvicinati alla soluzione.;)

Vanessa Valentine ha detto...

Grande Visir, sapevo che un uomo di classe come te poteva sistemarsi solo in una magione d'epoca!;))))
Ma lo vedi come siamo tutti connessi, noi blogger? perfino traslochiamo in sincrono!
Pure io se penso alle mie vecchie case vengo pigliata su dal magone...sniff...son come i gatti, mi affeziono ai divani sopra ai quali ronfo.
In bocca al lupo per le faticacce che ti toccheranno (ma con amici e donzella sarà tutta un'altra storia, più leggera...)

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Gilli, poultryville è in effetti l'ideale richiamo dello splendido verbo sacro a tutti i pigri della terra, e diciamo che il cerchio si chiude, e tutti a nanna!
Malgrado la fatica mi spacchi la schiena (molto realisticamente e poco metaforicamente, stamattina ero dura come un bastoncino Findus e mi muovevo come una mietitrebbia arrugginita), spero di veder chiaro in tempi non remoti. L'essenziale è non mettersi a urlare per l'orrore della fatica immane, né piangere a dirotto (benché la cosa mi tenti molto), bensì fare tutto a morsichini e bocconcini, così, forse, ne usciremo vivi. Mah, speriamo (come si dice, questa spera sempre...);))))))
Grazie per l'incoraggiamento, davvero.;)

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo e Salazar: garantisco che il p.m., comunque, NON ha pagato il mutuo a mia insaputa.
Magari...
;))))))))))))))))))))))))

Salazar ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
spillo ha detto...

Ok, ok, il "killer delle caffettiere" è una sola... :)

A Legnaro c'è uno dei tre (mi pare) laboratori italiani dell'INFN (istituto nazionale di fisica nucleare). E' lì che ci portarono in gita, pensando che la vista dei "fantastici macchinari" alimentasse il sacro fuoco per la scienza... illusi. Gli animali all'avanguardia (bellissima definizione) li hanno invece portati più tardi, con il trasferimento di altre facoltà.

Forse non è delicato ricordartelo adesso, ma le pulizie di una casa "vergine" (se ho ben capito) ti evitano per lo meno il pomodoro fossilizzato sulle mattonelle e... vabbe', mi limito alla cucina. Come dire: sei fortunata! ;)

Salazar ha detto...

Non mi è piaciuto quello che ho scritto sopra. Cancello, chiedo scusa e rivolgo damanda: mai sentito palare di “Rubicon”? Nuova serie tivvù made in USA?
In più questa settimana ne sono uscite almeno 7 o 8 di nuove in quel di USA: una vera tragedia: a starci dietro non riesco più a trovare il tempo per lavorare.
Ma forse una tragedia proprio non è.

Visir ha detto...

Pare che la televisione renda più stupide le persone.
Dati clinici dimostrano che la lettura de: Il medico di campagna, di Kafka aumenti l'intelligenza.
Non ho idea se anche la rilettura del medesimo libro può, in teoria, elevare qualunque idiota a genio.
In questo caso avrei delle ottime chances.

Evito quindi gli estremismi, guardo poco la tv e ultimamente leggo poco.
Non rischio così di diventare talmente captativo da cogliere la cosiddetta "visione d'insieme", che mi farebbe, penso, impazzire o suicidare in pochi istanti.
La mediocrità ci imprigiona, ma alla fine ci protegge.

Riflettevo malinconicamente ieri su questa esistenza senza senso apparente, nell'attesa di una fine certa quanto sconosciuta. Pensieri neri, lo so, ma non posso allontanarli dalla mia ragione che valuta le coincidenze beffarde del Destino che danno a pochi, molto e, a tutti, una costante insoddisfazione.
Poi, ho interrotto queste meste elucubrazioni per una serata con gli amici e un sanissimo incontro ravvicinato di un certo tipo con un’avvenente quanto magnanima fanciulla.

Contento come un bimbo dopo la poppata sono rientrato a casa senza un pensiero.

Mentre giravo la chiave nella serratura ho compreso come il mio cervello fosse un drogato.
Abbiamo solo bisogno di endorfine per un altro giro di valzer in questo folle ballo in maschera che presuntuosamente chiamiamo vita, il modo di procurarsi queste dosi avviene nei modi più disparati ed è il senso di questo affanno di noi poveri diavoli.
Siamo sempre alla ricerca di un pusher, e anche la spiritualità non supera questo vallo invalicabile; Lui non è forse il più grande pusher?

Ecco, inutile dire, che questa riflessione mi ha tolto il buon umore ieri sera, ma solo per dieci secondi.
Durante i quali ho avuto però un girapalle fotonico.
Allora, Non mi importa quanto è stretta la porta...quanto piena di castighi la vita, voglio ogni giorno a essere il padrone del mio destino, il capitano della mia anima.
Parole grosse, che dico sottovoce persino a me stesso, ma che mi bollono dentro con un’irrefrenabile moto di libertà, purtroppo sempre disatteso dalla meschinità della mia pochezza.

Penso così che spesso inciampo nella verità, ma mi rialzo sempre; pulisco le mani sulle cosce e continuo come se nulla fosse.

Ho sproloquiato, però sto meglio.

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, ho vuotato stamattina lo sgabuzzo di casa vecchia e ne è scaturito il brodo primordiale...un orrore.
Penso che il pomodoro fossile sia una passeggiata, in confronto.
Mi resta il muro della cucina da pulire, quando avranno staccato i pensili...lì sì che si vedranno le ere geologiche.
Meno male che hanno inventato il cillittbang...:)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, perdona l'evasione in ritardissimo della tua risposta (e anche della precedente, che avevo letto, e nella quale, sinceramente, non avevo trovato alcunché di offensivo! Potevi lasciarla senza problemi, al p.m. che scappa e non paga, guai...:))))))) )
Rubicon qui in Italia suona forestiero, more details, please.;)
Stiamo guardando Flashforward però so già che è andato maluccio, quindi lo amo con riserva, probabilmente avrà un finale monco come la gamba di un pirata.
La tua tragedia è anche la mia...con il trasloco e i lavori nuovi non riesco più a vedere niente, stasera forse impacchetto e mi vedo My name is Earl, che l'è bellino alquanto, e l'attore è ganzo un fracco.:)
Potremmo diventare critici di telefilm, se trovassimo qualcuno disposto a pagarci per farlo.;)

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, CERTA televisione rende più facilmente stupide CERTE persone, che accettano di buon grado divertimenti di grana grossa. Molte cose sono buone e interessanti, e possono piacere come no. Non sostituirà mai i libri o le chiacchiere o le cene con gli amici o le conversazioni orizzontali, però è indubbio che la tv sia maledettamente bella e interessante da guardare (come certe fascinose siore con la minigonna leopardata e gli stivali - ovviamente mi calo nel vostro sguardo mascolino). Tutto sta nella misura e nella qualità, come per tutto.
I tuoi girapalle fotonici, comunque, trovano buona accoglienza in questo blog di pigra letizia, vai tranquillo: il cervello fa e comanda, seguilo, e sarai felice. Lui sa cosa produrre, e perché. Dovremmo essere più animali e meno umani, la maggior parte del tempo, e così facendo, più liberi e felici. Al diavolo la società e le sue costrizioni...si morirà, meglio poi che prima, ma toccherà bene o male a tutti. Pensarci non risolve la questione, meglio donzelle o donzelli, libri, quadri o tramonti, gatti da accarezzare o divani sui quali poltrire...la vita è una tavola imbandita, dice mio padre, dalla quale prima o poi ti alzerai, ma con lo stomaco pieno. Questo è l'essenziale.;)

Salazar ha detto...

Premettendo che il seguito è assolutamente gratis per i lettori e – purtroppo – anche per lo scrivente, racconto more details, please.

Dopo 30 secondi di “Rubicon” dici: caspita, ma questo è “I tre giorni del Condor” pari pari: la “stazione“ degli analisti CIA è a New York, casa anonima con splendida vista sull’East River. I computer Hi-Tech ci sono, ma sono semi nascosti, snobbati, gli analisti lavorano in uffici straboccanti di libri, scartoffie, faldoni, e se ne stanno distesi su poltrone o divani scrivendo a mano su block notes gialli. L’esatto contrario di tutti i film (e serie tivvù) di spionaggio degli ultimi 10 anni, dove infuriano ologrammi e touch screen senza soluzione di continuità. Dove se, per caso, in scena compare una semplice penna a sfera la guardi interdetto pensando a quale oscuro significato potrebbe avere quell’oggetto a dir poco alieno.
Dopo un po’ di episodi la storia si allunga e si allunga, mantenendo al minimo l’episode plot e al massimo il general plot (ben più di Lost) e pensi che, infatti, James Grady ha scritto "Six Days of the Condor".
Ma non basta a spiegare, e allora viene in soccorso il titolo: “Rubicon”, che non sembra più quello di Caesar Divus Iulius, ma quello di “Crossing The Rubicon: The Decline of the American Empire at the End of the Oil Age”, dove Michael Ruppert ipotizza la collusione del Governo USA con gli attentatori dell’undici settembre, e se così è, in futuro, se ne vedranno delle belle.
Arrivato alla nona puntata le speculazioni qui si fermano in attesa di ulteriori sviluppi. In più c’è da dire che la regia è ottima e solida, roba da altri tempi con ritmi lenti e pensosi, e riesce ad evitare i cali di tono con bella abilità e in assoluta mancanza di effetti speciali, dei soliti – improbabili – inseguimenti di automobili contromano e del solito sangue pomodoroso sparso ovunque: di morti se ne contano solo due, nella prima puntata, indispensabili all’inizio del racconto, e i cadaveri neanche si vedono.

Ne raccomando la visione a Visir, aggiungendo che considero le serie tivvù (quelle di qualità, chiaro) il vero futuro del cinema. Prima avevano il grave handicap della scarsa qualità e dello schermo striminzito, cose ora superate con l’arrivo della High-definition television, del conseguente aumento dei budget e dell’approccio ormai totalmente “cinema” con cui vengono filmate, ritrovandosi così in vantaggio sul cinema da sala per la possibile durata: in tivvù puoi raccontare tranquillamente una storia lunga 20 ore, anzi, è economicamente conveniente, mentre nel cinema da sala rimane sempre il classico limite delle due ore, superato poche volte e con fatica.
Esempio di questi ultimi anni e la “Millennium Trilogy” di Stieg Larsson, dove (a parte la scarsa “arte” degli addetti ai lavori) assistiamo all’ammazzamento di storie eccezionali perché risulta impossibile comprimere dei libri di 600 pagine dentro ai tempi cinematografici.
Ora realizzeranno la serie tivvù, niente di strano se ne tireranno fuori tre cicli da 22 puntate, per un totale di 50 ore. Una bella differenza.

Vanessa Valentine ha detto...

C'è di buono, anche, Salazar, che nella magione di Poultryville potrò alfin avere Sky e con questo la possibilità di vedere serial che nel passato solo la mia sfrenata immaginazione poteva concepire...;))))
Rubicon è un esempio notevole che, mi auguro, reti illuminate ci faranno vedere, in HD, 3D, 4 o 1D, chissenefrega basta che non ci lascino a bocca asciutta con le repliche di Un medico in famiglia.
Potresti davvero fare le recensioni di telefilm, per mestiere e vocazione!:)
(Ah, mestizia, stasera dovevano mandare Mentalist e Flashforward, ma poiché sul primo c'è una fiction nuova, nisba.L'hanno già spostato dal giovedì al lunedì perché in tv c'è Santoro, io sti balletti li detesto.Punto)

Salazar ha detto...

Adesso che vivi a Poultryville, nel più profondo Padovanshire, bisogna adeguarsi al dialetto della zona: “There are more things in heaven and earth and television serials, Vanessa, than are dreamt of in your philosophy.”
Ed ecco una bella lista, fresca fresca, delle novità settembrine in quel di USA:
Outlaw nuovo (abbondantemente già visto, irreale, no buono)
Castle serie 3 (scoppiettante, senza pretese e godibilissimo)
Dexter serie 5 (prima puntata buona, siamo in vivace attesa di sviluppi)
Lost Girl nuovo (sembra scarso, ma stiamo avedere)
Nikita nuovo, riedizione (non saprei, avvince ma ricorda troppo Alias, però Maggie Q – anche se è magra ben più del giusto – la visione la merita)
The Event nuovo (intrigante, esuberante, promette bene)
The Mentalist serie 3 (sembra stanco, ha perduto la rincorsa)
The Whole Truth nuovo (scarso, noioso, irreale, ma do sempre una seconda possibilità)
Hawaii Five-0 altra riedizione (azione azione azione, che palle)
Di sicuro ho dimenticato qualcosa, e almeno 4 nuovi non li ho ancora visti. Ma mica bisogna sempre sapere tutto.

E a proposito di cinema, ieri, domenica, un gruppo di amici dei quali mi dovrei profondamente vergognare, mi hanno portato a vedere “Machete”.
Diommio come ho sofferto! Di sicuro non c’era modo di fare uno splatter più stupido e idiota di quello splatter stupido e idiota. Perfino Jessica Alba (della quale non apprezzo molto le doti artistiche, ma apprezzo moltissimo svariati decimetri quadrati di pelle) con su quella parrucca rosso-grigiotopo sembrava la fotocopia di mia zia Matilde, buonanima.
Ma non è finita lì: subito dopo il film (?) una amica di cui sopra (insegnante di embriologia e quindi estremamente adatta a visitare la mia persona) ha attentamente esaminato la palla del mio occhio sinistro e ha dichiarato, con tono professionale, che ho il colesterolo troppo basso. Cura: mangiare al Burger King, ordine del medico. Cosa ci potevo fare?
Domenica, maledetta domenica.

Visir ha detto...

Itinerante Vivì, tuo papà è un saggio.

Vanessa Valentine ha detto...

Salazar, scrivo colpevolmente in ritardo riguardo al tuo dettagliatissimo commento. Ti ringrazio per le preziose informazioni sui serial che segui (e ti invidio molto perché a parte Lie to me qui in Italia non mi fanno vedere altro, al momento. Sto vedendo The Mentalist 2 facendo le ore piccole perché se lo registro si vede la neve che sembra di stare a Canazei in gennaio, Flashforward sembrava bello ma abbiamo perso le speranze visto che non sopravvivrà alla prima serie...Dexter è su Cielo, altra tv free sul digitale però lo fanno di lunedì quando ho altra roba, quindi riassumendo, faccio tesoro dei tuoi consigli e spero di poter dire la mia sui telefilm suddetti appena avrò trovato il cavetto che (probabilmente) manca. Scomparso insieme alle mollette da bucato nel famoso buco nero che si sviluppa sempre durante i traslochi.:))))
"Machete" era uno dei finti film che si vedevano in Grindhouse, giusto? Deve essere da luglio che non vado al cinema, sto precipitando consapevolmente nella barbarie, urge un pelino di ritrovata normalità.
Hai mangiato al Burger King??? e sei sopravvissuto per raccontarlo? ragazzo mio, colesterolo alto o basso che sia, no, non lo fare. Possiamo suggerirti un milione di alternative molto più valide se vuoi sballarti le arterie...la sopressa, il frico, le fritturine...
ma da tempo ho smesso di combattere con chi ama il fast food (molto vicino), e mi limito ad accompagnare, osservare, non consumare. E mangiare altrove, più tardi.
Ronald McDonald, non mi avrai. Sei tu il clown di It.;)