martedì 22 febbraio 2011

Don't eat the daisies!

In attesa che un canale digitale trasmetta "Lost in Translation", visto molto tempo fa e quindi nebuloso nei ricordi, me ne sto qui davanti alla tastiera a ticchettare senza senso, alla fine di una di quelle giornale di ovatta, riempitive dal punto di vista esistenziale e un po' così.
Il freddo è ritornato, ho sprangato con piacere le imposte stasera su di una notte limpida, fredda e scortese. Mi chiedo anche se ce la farò a star su a vedermi il film, ho già un mucchio di sonno arretrato.
Comunque, adesso parlo a vanvera di un bel telefilm (i serial sono il caposaldo della mia esistenza, senza di loro sarei un sacco vuoto in piedi per miracolo...). "Pushing Daisies" è uno di quei serial che vengono pubblicizzati sull'ineffabile "Sorrisi e Sciaffoni" (pronuncia della "s" muta, mi raccomando, sta per sberloni), come lo chiama mio padre, all'inizio dell'autunno, quando ti dicono che arrivano film e telefilm mirabolanti, da orgasmare. E poi spesso si vede poco, o i programmi vengono cancellati perché non li guarda nessuno, o ci sono beghe in palinsesto (o al governo, che poi è la stessa cosa). Vabbè, non importa.
"Pushing Daisies" è un modo di dire indicante la morte: chi sta sottoterra "spinge in su" le margherite (poetico, se vogliamo. Dalle mie parti si dice "magnare ea salata dala parte dela raixa", ovvero mangiare l'insalata partendo dalla radice...più o meno siamo lì, con variante necro-gastronomica). Il protagonista è un ragazzone molto carino, molto giovane James Stewart, il cui nome è Ned. Viene chiamato dalla voce narrante "il fabbricatorte", ovviamente di mestiere fa il pasticciere. La voce off sembra quella del Padreterno - anche perché scandisce con estrema precisione la durata esistenziale delle varie persone che trapassano durante la puntata, tipo John Smith, trentaquattro anni, quattro mesi, tre settimane, due giorni, sei ore e venticinque minuti, così. Un ragioniere, sembra. Oppure potrebbe essere la Morte, o il Destino, mah, a scelta.
Comunque questo Ned ha un dono fin da bambino e non lo sa: disgraziatamente un camioncione tutto cromato di quelli che corrono in America come matti gli tira sotto l'amatissimo cane. Ovviamente lui si avvicina sconvolto al corpo dell'animale e lo tocca con un dito e il cane, hop, salta in piedi che è un piacere e ricomincia a correre tra i girasoli. E il ragazzino dietro, come una pasqua.
Interno, giorno. La mamma di Ned ha appena messo in forno una bella torta piena di frutta quando, purtroppo, una vena anarchica le esplode nella testa, fulminandola. Il ragazzino tocca la madre sulla guancia e lei, oplà!, si tira su e tira fuori la torta dal forno. C'è un ma: per le regole scritte e sconosciute del destino, se una persona viene restituita alla vita dal magico tocco un'altra sarà destinata a morire al suo posto, entro un minuto. E infatti tocca al papà della bambina che abita di fronte, Charlotte, a partire per le terre dalle quali mai nessuno ha fatto ritorno. Costernazione di tutti.
Interno, sera tardi. La mamma di Ned, rediviva inconsapevole, bacia il suo bambino sulla fronte, prima della nanna. E stramazza definitivamente morta. E' il secondo tocco che taglia lo stelo per sempre. Ned lo impara a sue spese, guardandosi bene dal toccare ancora il suo cane, con aspettative di vita centenaria, direi. Almeno il cane è ok.
Così Ned cresce, peraltro con un padre che taglia la corda subito mettendolo in collegio, e con l'amore nel cuore per la bimba che lui ha reso orfana. Incontratisi al funerale dei rispettivi genitori riescono anche a scambiarsi un bacio, che sarà l'unico nelle loro vite.
Mi sembra che il produttore o il regista sia lo stesso de "Gli Addams" film, l'atmosfera è allegramente burtoniana, piena di colori e abiti a palloncino, le casette sembrano fatte di zucchero filato ma tutte le storie sono dark e piene di humour nerastro. Come se la convitata di pietra si insinuasse in mezzo a tutti i colori, alla bontà delle torte (Ned resuscita la frutta marcia trasformando orrende poltiglie in succose fragole, ma non può più ritoccare la torta, pena lo sfacelo, ovvio), in mezzo ai giardini pieni di sole, nei sorrisi di un'America un po' artefatta e molto fumettosa.
Ned mette al servizio di un bislacco investigatore la propria arte rianimatoria, risolvendo così omicidi (sempre piuttosto macabri ma comunque slapstick), perseguitato comunque dall'amore della cameriera che lavora per lui, Olive. Fino al giorno in cui rianima la bella Charlotte, ritrovata e già perduta, uccisa da un misterioso assassino. Alla fine della trama gialla resta la tenerezza di due che si amano disperatamente e non possono toccarsi, o lei sparirà per sempre. E così si baciano attraverso il cellophane, si toccano coi guanti, dormono in letti separati...un tormento. Il tutto in un mondo pop e melò alla Douglas Sirk, anche.
I pianti che non mi sono fatta, con le prime puntate. Poi ci ho fatto il callo.
La serie è comunque divertente, così detta da me suonava un mortorio.
E mi chiedevo, mah, piacerà un telefilm come questo? Anche "Six Feet Under "era bello ma particolare, ma il soggetto non era certamente di quelli che ti allietano la serata. Bisogna essere un po' darchettoni dentro, ecco.
Agli inglesi riesce benissimo, agli americani pragmatici pure, a noi non lo so. Non prendiamo tanto bene il soggetto, del resto, come biasimarci. E' l'argomento spinoso nelle nostre vite, l'appuntamento al quale pensiamo più spesso, la soluzione che risolve anche quando non vorremmo e preferiremmo tenerci il problema. Anche se è pieno di domande senza risposta.
Le margherite sono tranquille, bianche, placide: in mezzo all'erba verde sono già, a modo loro, una risposta. L'unica.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Ha una sceneggiatura molto originale questo telefilm, Vale, e di sicuro il tuo modo di raccontarcelo è molto bello, ...come ti ho già detto altre volte, non sono tanto appassionato di serie tv (anche se so che per te non è un atteggiamento concepibile :-), ma così...quando ce li racconti tu mi piacciono sempre tantissimo :-)

Chissà come si pongono gli italiani di fronte a una storia del genere...forse la risposta italica più pecularie potrebbe essere quella di seguire l'intera puntata di turno con le mani saldamente aggrappate agli zebedei, in scaramantica propensione :-) Questa mi pare una reazione possibile e molto italiana :-)

"Sorrisi e sciaffoni" è fortissimo, ahahahah :-)

Ciao :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, me li vedo anche io gli italiani in divano con le mani saldamente ancorate ai family jewels...so che non sei un appassionato del genere, tranquillo. Semplicemente io sono un'esagerata nel settore...;)))))))
Il serial è comunque talmente originale che, se non ricordo male, non è sopravvissuto oltre la seconda stagione. Peccato. Il pasticciere Ned era carino da morire.
Ciao a te, buon fine di quel che resta del fine settimana...:))))))