lunedì 21 marzo 2011

Famiglie

Venerdì sera abbiamo visto un film piuttosto simpatico, ovvero "I ragazzi stanno bene".
E' la storia, pare autobiografica (della regista), di una coppia di mature signore con un figlio a testa, conviventi da molti anni, innamorate, più o meno realizzate nella vita. I figli sono nati grazie ad un donatore, lo stesso per entrambe le madri. Nic fa il medico, è un po' sotto pressione visto che mantiene la famiglia ed è una donna piuttosto comandina. Jules è invece più dolce e fricchettona, vorrebbe fare la designer di giardini, ma si capisce che è un po' dispersiva, benché piena di buone intenzioni. Nic ha una figlia brava, bella, biondina e studiosa che sta per andare all'università. Jules invece è la madre del maschio, quindicenne, in quella fase difficile che devono affrontare i genitori con figli adolescenti che amano frequentare amici un po' fessi (e infatti l'amico è proprio un pirlotto da competizione, figlio di un pirlotto di padre, manco a dirlo).
Comunque, al ragazzo punge vaghezza di conoscere il padre biologico e tanto tampina la sorella che questa contatta la clinica che li ha messi in cantiere. La quale clinica a sua volta chiama il fascinoso giovanotto con un po' di tempie imbiancate, il sempre eccitantissimo Mark Ruffalo (aaahhhh), ristoratore col pallino del biologico, con tanto di orto lussureggiante (se non ho capito male, siamo a San Francisco). Lui sembra entusiasta dell'idea (è un entusiasta naturale, "io adoro le lesbiche!", dice subito alla figlia al telefono), così si incontrano figli e padre, si piacciono e iniziano a frequentarsi - come se lui volesse recuperare un po' il tempo perduto, ecco. Si capisce che è in quella fase della vita in cui ti piace pensare di mettere a dimora anche i tuoi gameti, giusto per vedere cosa spunta in primavera.
Io, personalmente, lo trovo adorabile, come attore, uomo e personaggio, ma le opinioni mie sono, al solito, perfettamente trascurabili.
L'unico problema è che Nic questa intromissione nella sua famiglia la vede un po' male, vuoi perché l'elemento maschile è comparso di botto, vuoi perché il donatore di seme sta prendendo un po' troppa importanza. Comunque lo invitano a pranzo e siccome ridono tutti e c'è una bella alchimia, teniamo per buona l'idea che in parte lo abbiano accettato.
Fa anche un'offerta di lavoro a Jules: avendo un giardino disastrato, le chiede di rimetterlo in sesto e riprogettarlo.
Lei si presenta a casa sua, prende tutte le misure però poi in cucina sai com'è sai come non è si baciano. Crisi e panico.
Nel frattempo vediamo la coppia alle prese con tutti i problemi che hanno tutte le coppie che stanno insieme da tempo, di qualsiasi sesso siano: la noia, la routine, le rotture, le grane coi figli, i soldi...Non capisco perché certi pensano che gli omosessuali siano degli alieni quando è chiaro che sono uguali a tutti gli altri. Boh.
Si capisce che si vogliono bene, anche se a volte è dura.
Ad ogni modo, in uno di quei sudosi pomeriggi d'estate nasce il patatrac: Jules finisce a letto col nostro dionisiaco oste, si divertono tutti e due, lei si chiede se per caso non sia diventata una lesbica fallita di mezza età, lui si mette a ridere. Ma si vede che è bello preso.
Lesbica o no, lei è piena di sensi di colpa.
Potrebbe anche essere che lui la veda come un tram comodo destinazione famiglia, eh, con già i passeggeri a bordo.
Lui inizia a frequentare il ragazzo, proponendosi come figura maschile di riferimento (ma siccome è un tipo un po' disinvolto nell'educazione, mmmm).
La storia va avanti un po' con il tira e para solito fino al fattacio della cena tutti insieme: finalmente Nic sembra ammorbidirsi e prenderlo in simpatia, scoprono pure di adorare Joni Mitchell tutti e due e cantano insieme, sembra che tutto fili a meraviglia. Ma quando Nic va in bagno scopre nella doccia i rossi capelli della compagna (Julianne Moore, rossa storica), e li trova anche nel letto (lesbica o no è una donna con l'istinto di cercare le prove del tradimento tipico delle donne, meglio dei Ris). La serata prende una bruttissima piega.
A Jules tocca dormire sul divano un'eternità, Mark Ruffalo è tutto contrito ma commette l'errore di dire a Jules scappa con me e prendi i ragazzi, così lei gli chiude il telefono in faccia.
Quando lui si presenta alla sera, prima che la figlia parta per l'università, viene definitivamente messo alla porta: lui è sempre stato solo il donatore, Nic lo chiama germe. Ti dispiace per lui, davvero. Viene ridotto alle dimensioni di uno spermatozoo, e non può farci niente.
Minimo di speranza, la figlia, prima o poi, lo vorrà rivedere (credo). In fin dei conti è una brava persona, voleva solo una famiglia - e forse, adesso, sa anche che è il caso di farsene una sua. Come si può biasimare un uomo se vuole bene ai figli che ha aiutato a concepire?
Tutta la famiglia accompagna la ragazza, già si capisce che Nic soffrirà della sindrome del nido vuoto ( e anche l'altra mamma). Ma la ragaza vuole fare tutto da sé, e li invita a lasciarla sola. Salvo pentirsene, e mettersi a correre fuori alla ricerca dei familiari.
Quando li ritrova ha la faccina contenta ma sul punto di piangere, mentre le due mamme la stringono e frignano un sacco...che scena bella.
Ed è bella anche quella che mostra le mani intrecciate delle due donne, sulla via del ritorno, col figlio che dice: non dovreste lasciarvi, siete troppo vecchie.
Non sarà il genere di famiglia che sfilerà al Family Day o farà baciare i pargoli al Papa ma sinceramente mi piacerebbe averla come dirimpettaia.
Sarebbe ora di fare leggi necessarie, in questo paese, per far vivere meglio e più felice tanta gente: gente che avrebbe il diritto di avere dei figli e di essere genitore, qualsiasi sia la sua inclinazione sessuale.
Il giorno che tutto questo sembrerà facile e scontato sarà un grande giorno. Spero di vederlo presto.
Sono, anche, un'inguaribile ottimista.

5 commenti:

Gillipixel ha detto...

Non l'ho visto, Vale, ma dev'essere proprio un film carino...e come sempre il tuo modo di raccontare è così delicato e simpatico da farti sentire come davanti allo schermo direttamente :-)

Probabilmente la nostra società ne deve fare ancora tanta di strada prima di raggiungere una maturità tale da saper andare oltre certi "particolarismi storici" radicati...

"Ama e poi fai quel che vuoi" diceva Sant'Agostino...un precetto semplice, in apparenza, ma che implica il possesso di una profondità e di una maturità molto intense...

Ma non volevo buttarla troppo sul difficile :-) erano solo due riflessioni peregrine :-) il tema meriterebbe considerazioni più articolate, e non sono certo io il tipo adatto per esporle :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Sì, Gilli, hai ragione, il tema meriterebbe davvero una visione profonda, anche perché è complesso e denso, come al solito tiro un po' via le cose e mi faccio prendere dall'onda emotiva...il mio problema, se vogliamo chiamarlo così, è il mio amore per le persone, anche per quelle che non conosco direttamente. Però nelle loro vite mi immedesimo lo stesso e penso a quante difficoltà e cattiverie tanti devono affrontare semplicemente perché sono quel che sono.
Diciamo che tifo per gli individui e partecipo alle loro sofferenze, fisiche ed emotive. Dei problemi della società, politici o religiosi, mi preoccupo meno. So che sono pronte a tutto, le società del mondo, dalla notte dei tempi, anche a calpestare diritti e persone pur di sfangarla e restare a galla...preferisco i cuori dei miei simili, a dirla tutta, sempre...:))))

Gillipixel ha detto...

Vale, la mia non intendeva affatto essere una critica, ci mancherebbe altro....mi piace molto come scrivi, soprattutto e in primo luogo perchè mi piace come ragioni...
Anche un piccolo cenno delicato e lieve a tematiche importanti può essere un contributo molto significativo, a volte, e proprio in questo senso ho inteso le tue parole...
Sono convinto da tanto tempo anche io che se si riuscisse a ragionare di più in termini di storie individuali, anzichè di categorie classificate a priori, la vita sarebbe migliore...
Mi spiace se mi ero spiegato male...non sono fan solo della tua prosa, ma prima di tutto, lo sono della tua saggezza :-)

Vanessa Valentine ha detto...

:)))))))Gilli, non l'avevo intesa affatto come una critica!:))))))
Infatti dicevamo la stessa cosa, ovvero che le persone sono più importanti delle convinzioni o delle convenzioni.
Semmai una crtica piccina picciò c'era era tutta mia per me e a me stessa, di pirsona pirsonalmente come direbbe l'ineffabile Catarella camilleriano;)))). Mi ero resa responsabile di aver "tirato via" l'argomento un po' sbrigativament5e (ma era ora di cena e avevo una fame canaglia, posso dire solo questo a mia discolpa...):)))))
E poi lo sai che anch'io sono una grande fan della tua scrittura e di tutto quello che pensi!:)))))
Riguardo alla mia, ehm ehm, saggezza, diciamo che a volte mi sento come la tartaruga di "Kung Fu Panda", hai presente?;) anzi, forse sono proprio il panda, e basta...eheh.;)

Vanessa Valentine ha detto...

Santa polenta, quanti errori ho fatto scrivendo quest'ultimo commento, chiedo scusa, ma stamattina ho le dita a wurstel...:))))