mercoledì 23 marzo 2011

Benessere

Non è una novità per nessuno. Sono una posapiano.
Macino le cose nel mio cervellino per lunghi periodi, mi dico, lo faccio, lo sto facendo, lo farò di sicuro. Mi immagino una quantità sterminata di scenari possibili, fantastici, immaginifici - finché li tengo confinati fra le quattro mura del mio cranietto. Il problema è concretizzarli.
A quarant'anni mi sono detta, ok dire che vuoi bene alle persone, però? Vogliamo quagliare la cosa? Far sì che anche le entità tridimensionali ne beneficino e non solo gli amici immaginari che affollano la tua psiche?
E così, visto che a gennaio il tour dell'Avis arrivava a Poultryville aprendo una nuova sede, mi sono detta, cara Vanessa, è la tua occasione per dimostrare che non sei solo chiacchiere e distintivo. E' ora di donare un po' di sangue.
Mi pento, davvero, potevo farlo prima.
Intanto perché la prima volta che sono andata a informarmi sono stati tutti molto carini e simpatici, con gran sorrisi di benvenuto e una grandiosa atmosfera, mi hanno fatto compilare un sacco di carte (avendo una vita tranquilla e normalmente monotona ho fatto presto) e mi hanno fatto sentire a casa, con gran complimenti. Le uniche ragazze eravamo io e una tipetta magrina che sembrava doverne ricevere, più che dare...ma poi si è alzata come se niente fosse dal lettino sgambettando via. Tutti gli altri erano uomini e ragazzi, chi più smilzo chi decisamente più in carne. Parecchia gente, comunque.
Insomma, dopo un paio di mesetti, tra visite e prelievi, ho avuto l'idoneità a donare. Alla prima visita di controllo, all'Avis di Padova, ho trovato una dottoressina che mi ha fatto un po' la paternale sulla quantità di caffè che butto giù, e sul fatto che di tanto in tanto, nel fine settimana, mi bevo qualche birra...ragazzi, mi dispiace, ma a differenza di qualche premier purtroppo non odoro di santità...comunque per il resto ho un sangue piuttosto polposo di ferro, per essere una donna, mangio come una covata di draghetti e a parte la pressione un po' rasoterra posso fare del bene.
E quindi ieri sono andata a fare la mia prima donazione.
Non è che la notte avessi dormito granché bene, forse ero un po' tesa, comunque sono arrivata in centro e mi sentivo già un po' rimba. Avevo fatto colazione, comunque, sennò non arrivavo manco alla porta.
Mi hanno fatto bere ancora acqua, mi hanno detto che devo bere di più - non è una novità, era quello che dicevano a mia nonna e lei diceva di preferire un gotto di vino, all'acqua...diceva che l'acqua fa marcire i pali, è la tipica risposta di ogni veneto che si rispetti. Mia madre, uguale. E' una roba genetica, a 'sto punto.
C'era già un po' di gente che aspettava, ho compilato ancora carte, assicurando che non ho partecipato a nessun partouze la sera prima né sono stata in Congo per il weekend.
Una dottoressina che era dolce come un angelo mi ha preso ancora la pressione, mi ha fatto ancora un sacco di domande, mi ha rispedito in corridoio a bere come una pianta in fiore e poi mi ha detto, quando vuoi vieni di là.
Io mi sono detta, fuori le palle, e andiamo.
Perché, diciamocelo, come tutti non ho tutta questa simpatia per gli aghi.
Non è un vero terrore, come certi che non riescono nemmeno a guardarli, quando entrano..diciamo che sono un po' fastidiosi. Sarebbe meglio essere fatti di pongo.
Sono entrata comunque nella sala dei prelievi, verdina, rilassante, con bei poster di Van Gogh e bianche spiagge sarde con profondi mari blu. Tutto il corredo per distrarre la gente.
Unica nota stonata, quell'allegrone di Luca Carboni che cantava, alla radio.
Un'altra dottoressina, ancora più gentile dell'altra, mi ha fatto stendere e mi ha detto, e adesso facciamo una punturina sul dito. E io, che punturina??
E lei, prendiamo una goccina di sangue (immagino per gli ultimi controlli) e io, però questo non lo dite mica quando uno arriva la prima volta e lei mi fa, ridendo, no, sennò così scappano tutti. Faccio ah ah anch'io (non è suonato molto convinto) e le porgo il mignolino, lei me lo graffetta con quella robina bianca che spara l'aghetto a velocità supersonica e io ho fatto (ossignur) ahi!, come una bambina piccola. Si sono tutti messi a ridere. Credo sia un equivalente della perdita della verginità, nel settore.
Ho capito che le cose si mettevano male, però una non può mica fare la figura da chiodi e alzarsi. Non si fa.
Insomma, poche balle, facciamolo.
Mi hanno messo un laccio stretto da matti, mi hanno cercato le mie primularosseggianti vene per un'eternità e alla fine di vari tastoni la dottoressina ha infilato l'ago (è quello che mio padre chiamerebbe un subbiotto da paura, l'ho guardato entrare e ho pensato: sta succedendo davvero?) In realtà è grande il giusto. Non è mai morto nessuno, dai.
Mi hanno detto di mettermi giù, calma e rilassata, mi hanno dato una pallina da stringere perché la vena sputava fuori un po' troppo lentamente e nessuno voleva fare sera con me ancora lì.
Intanto mi sono messa a chiacchierare col signore della branda a fianco, il quale ha detto di concedersi una gran mangiata al ristorante tutte le volte che va a donare. Un effetto collaterale è la moccola tremenda che ti viene dopo che ti hanno alleggerito di una sacca. Specialmente fame di carne.
Nel frattempo era anche arrivata una signora sulla sessantina che in dieci minuti ha fatto tutto e se n'è andata sulle sue gambine come se avese fatto benzina e controllato l'olio.
Poi ho chiacchierato con la ragazza a fianco che aveva il terrore degli aghi (e ho scoperto che alcuni donatori sono anche emofobi, ma pensa) e io intanto mi sentivo bene, galleggiando dolcemente in una nuvola di altruismo ormonale, con le dottoressine che mi controllavno ogni amen visto che ero una primarola - credo abbiano sempre paura che uno gli svenga lì per lì, o collassi proprio.
L'atmosfera alle donazioni è proprio carina, ci si sente tutti amici e uniti in una nobile causa, inutile dire che l'umore va alle stelle. Ti senti proprio bene, rilassato e felice. Meglio delle droghe e non costa niente, direbbe qualcuno.
Quando finalmente le mie pigre venuzze hanno fatto fare bip bip bip alla bilancia mi hanno sfilato l'agozzo dal braccio e mi hanno portato la brioscina e il cappuccino (è un privilegio che vale solo per la prima donazione), stavo comunque bene visto che a colazione oltre al tè (che mi fa miseria, la mattina) mi ero sparata due maritozzi.
Sono stata lì a ciacolare con la dottoressina gentilissima per un altro quarto d'ora giusto per capire se moi, la lungagnona, ce la faceva a fare il corridoio senza franare (lei mi ha detto che nove volte su dieci sono gli uomini a svenire, perché fanno troppo i fighi. Le donne rognano meno e sopportano di più - beh, c'è sempre l'eccezione...). Abbiamo riso della cosa, ovvio.
Sono uscita nel sole, alla fine, in un raggiante mattino di primavera, passeggiando per il Portello (zona popolare di Padova, molto caratteristico, e lo conosco poco). Ho visto un sacco di bei localini, ci devo tornare. Saltellavo, a momenti, e mi dicevo, ma perché tutti mi dicevano sentirai che straccume, dopo? Ma se sto da dio!
In bus infatti mi ascoltavo la musichetta e leggevo il giornale, facendo spallucce.
Cari signori, quella era adrenalina, la piccola ingannatrice nelle nostre vite, quella che ci fa sentire dei supereroi, certe volte. Poi cala di botto.
Arrivata a casa mi sono messa a cucinare qualcosa per pranzo e d'un tratto ho sentito che il cuore si faceva lento, lento e che la testa girava e il paesaggio si riempiva di palline viola...
e qualcuno sorrideva e mi ha detto, stenditi sul divano un po'. Cosa che ho fatto, con le gambe in alto.
Ah, che bene si stava, ma ero in effetti, come dire, un po' fiacchina.
Gran senso di benessere, comunque.
Lo so, così come l'ho raccontata non suona invitante per nessuno. Richiede tempo, pazienza, un po' di sopportazione (come tutte le cose importanti). Però è fondamentale e di sangue ne serve tanto, troppo. Chi sta male soffre cento e cento volte più di un sano piagnone con un ago nel braccio per dieci minuti.
Sono contenta della scelta che ho fatto e ripeto, potevo farla prima.
Raramente nella mia vita ho maledetto la mia pigrizia, ma questa è una di quelle volte.
Poco ma sicuro.
E adesso ho una fame meravigliosa, tanta fame, di cibo, di vita, di bontà.
Tipo un incantevole panino al farro ripieno di mortadella...


9 commenti:

Gillipixel ha detto...

Brava Vale :-) io ho alle spalle una ventina di donazioni, ma purtroppo è da un po' di tempo non vado, ahimè...hai raccontato benissimo l'atmosfera del momento della donazione e anche del dopo...non preoccuparti, non succede tutte le volte quel lieve senso di fiacchezza...il più delle volte non te ne accorgi nemmeno...ma è sempre bene stare a super riposo nelle ore imediamente dopo...

Ricordo che la mia prima donazione la feci in agosto, avrò avuto 19 anni...siccome stavo facendo anche la stagione della raccolta dei pomodori per guadagnare qualche soldino, da gran incosciente, nel pomeriggio stesso della donazione mi fiondai nel campo sotto il sole battente a tirare su pomodori :-) se ci ripenso...una roba da scriteriato puro :-)

La punturina al dito è forse la parte più noiosa :-) è vero, è subdola da matti, perchè per quanto ti prepari, lei ti coglie sempre impreparato :-)

somphosi dice spotty, una sorta di sinfonia di soddisfazione che ti risuona dentro dopo aver donato :-)

Jenny ha detto...

sangue sangue...ti sento carica come a whitby...non è che sotto sotto i tuoi riccioloni e la patina di altruismo si nasconde qualche vampirella...Fatto bèn comunque...Ti imitassero in tanti!
Magnifica.

Vanessa Valentine ha detto...

Beh, Gilli, diciamo che non mi sono spaccata la schiena, ecco, ma quello non lo faccio mai...:))))

Vanessa Valentine ha detto...

Però anche tu, vai a dare il sangue e poi mi vai a raccogliere i pomodori sotto la canicola?
E' vero, quando sei giovane sei anche convinto di essere invulnerabile...meno male che siamo in primavera, d'estate io schiatterei di sicuro, a momenti ho la minima a 50...:))))
Prima spotty mi ha detto ingess, e io ho fatto le corna, chiaro...;)))

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie Magnifica (tu e il Glorioso avete percorso il sentiero ben prima di me, siete voi quelli da ringraziare ed elogiare...):)
Quando dici Whitby mi viene in mente il fish and chips...e mi ricordo anche che dovrei raccontare la seconda parte del viaggio, nera rimasta lì appesa in attesa!
Ve l'avevo detto che ero una posapiano magnadesmentega...:))))
Rimedierò, dobbiamo raccontare delle abbazie e di fratel...come l'aveva chiamato l'amico J...George?;)))))

Visir ha detto...

Secondo la medicina tradizionale cinese nel sangue è contenuto il nostro spirito.

Inoltre, il delicato complesso del corpo non prevede la fuoriuscita di siero ematico.
Siamo un sistema chiuso e la comunicazione con l'esterno è ridotta al minimo con orifizi che possono chiudersi ed aprirsi o in subordine con sistemi di protezione molto sofisticati nei casi queste aperture né siano prive.

Inoltre, ogni buco sulla nostra epidermide porta a delle modificazioni (spesso non percepite) della nostra postura, agendo sui propecettori che abbiamo sparsi su tutta la pelle del corpo.
Essi, lo dico per chi non lo sa, forniscono al cervello la nostra posizione nello spazio e sono con altri sistemi responsabili della nostra struttura nell’ambito dello spazio tridimensionale.
Per esempio tatuaggi e pircing, ma anche orecchini, agiscono su di noi in maniera profonda.

E' lodevole la tua azione di cedere il tuo sangue, ma non priva di rischi.
Personalmente non l'ho mai donato né mai ricevuto, non ho mai subito operazioni chirurgiche né subito otturazioni ai denti, ma non è una buona ragione per sentirmi svincolato da una certa responsabilità umana verso i miei simili.

La mia posizione è così controversa.

In generale considero il corpo come uno splendido strumento all'energia per materializzarsi. L’apparente entità psicologica che ne deriva è solo accessoria e funzionale alla sopravvivenza in un ambiente ostile. Mi piace considerare che la separazione dal mondo, in questa dimensione, è solo apparente.
Non volendo indugiare però, su speculazioni metafisiche che lasciano il tempo che trovano, direi che la complessità del corpo umano con diversi sistemi interfacciati a più livelli ha del fantascientifico.

Il dedalo della rete neuronale, la sublime meccanica che ci fa muovere in assoluto silenzio, la chimica presente nei diversi apparati come un laboratorio alchemico, non sono che parti di un sistema energetico ancora più spettacolare, ma per ora invisibile, anche se fruibile con le opportune conoscenze.

Semza parlare delle possibilità sbaloridtive del cervello che analizzano in ogni secondo milioni di milioni di input.

Curiosamente è stata recentemente scoperta la presenza di due ghiandole (grandi come un chicco di riso) presenti alla base sia della colonna vertebrale che del cervello.
Non si sa ancora cosa producono, ma per certo si conosce il fatto che alla morte queste spariscono.
Così si spiega come nessun patologo le ha trovate prima lasciando aperta la questione sulla loro funzione alla vita.

Sono forse i due poli (Yin e Yang) di cui parlavano gli antichi testi cinesi? La scintilla primigenia rappresentata in diverse tradizioni che dona all’indifferenziato la possibilità di fare l’esperienza della singolarità?
Forse, certo è che più si va avanti nelle scoperte più pare di percorrere a ritroso, con orme solamente diverse, il cammino della conoscenza dell'uomo.

Se posso azzardare un modesto suggerimento per te sulle cose del corpo: “Ragionerei meno e ascolterei di più la tua percezione” , anche se dovesse andare in contrasto con il tuo slancio morale salvifico.

P.S. In merito al tuo scritto se, ami e sopporti un’opinione sincera, aggiungerei che è un pochino “inventario delle cose fatte”.
Ci sono poco i tuoi pensieri coniugati con le tue emozioni che, quando descritte, mancano di colore e di frecce semantiche che possono animarne la lettura. Potevi aggiungere forse alcune battute umoristiche (avendone di buone) che in uno componimento del genere avrebbero sicuramente aiutato, altrimenti è molto difficile non alimentare la noia in un lettore esigente (e rompipalle) come me.

Vanessa Valentine ha detto...

:)))))
Visir, dolcezza, hai tutte le ragioni del mondo...
la prossima volta all'Avis mi farò rapire dagli alieni, anche.
Così magari mi spiegano a che servono quelle due tre ghiandoline che ho in giro sparse per il mio corpicciuolo...
scherzi a parte, se ascoltassi il mio corpo farei anche meno di quello che faccio di solito.
Il mio corpo fa quello che gli dico di fare, e ciccia. Del resto è giusto, come ho già detto, pensare di più agli altri che a sé stessi. Altrimenti ce ne stiamo lì a pensare e pensare, e intanto magari le cose vanno peggio.
Ti chiedo perdono se sono stata un po' noiosa...non era mia intenzione annoiare nessuno...;)))))

Visir ha detto...

Non c'è nulla di cui scusarsi, ho semplicemente espresso la mia personale opinione che, se ti suona plausibile, può aiutarti.

In merito al tuo "ascolto" del corpo aggiungerei alle tue convinzioni delle semplici damande.
Sei veramente sicura di essere capace di far fare al tuo corpo quello che vuoi, oppure è lui che fa fare a te quello che gli necessita?
Sai per caso arrabbiarti a comando?
Dormire quando hai deciso di dormire? Fare la cacca o avere fame quando ti aggrada?
Sei convinta che un mal di denti non cambia il tuo atteggiamento nei confronti della giornata?
Prima di affermare di essere padrone di qualche cosa sarebbe utile riflettere se è proprio così.

Mi pare invece di notare che ciò che credi di possedere in realtà ti possiede.

:))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Ma il problema da dove partiva? (mi sono persa...:))) )
dono il sangue e quindi il mio spirito si indebolisce? semmai rigenerandolo lo stato di salute migliora...di fronte all'ago tutti vorremmo tagliare la corda?, ok, ha senso, ma bisogna anche restare, la maggior parte delle volte, e resistere (sempre). Quindi lo spirito, per le cose essenziali, o cervello, o palle che a dir si voglia servono tutti a tener duro nelle situazioni che non sono essenzialmente dal Club Mediterranè.
Poi, sul fatto che per tutta una miriade di cose si deleghi al sistema nervoso centrale, meno male...la vita sarebbe più stressante di quel che già è.
Per carità qui nessuno chiede scuse a nessuno, o giustificazioni, eh...se non ti piace quel che è scritto, fai benissimo a farlo notare.
E io, al solito, faccio bene a far sì sì con la testa e a continuare a scrivere quel che voglio...;)))