giovedì 22 dicembre 2011

Come recuperare lo spirito natalizio (in extremis)

E così rieccoci qui, attaccati alla zattera della Medusa che naviga in acque torbide e fredde, niente terra in vista.
Inutile dire che tutti gli appelli alla sobrietà nei consumi, le lucine rosse gialle e blu che baluginano tra i rami stanchi degli alberi e le corse matte tra gli scaffali, quest'anno, sembrano una gran baggianata. C'è davvero qualcuno, là fuori, che muore consapevolmente dal desiderio di sperperare denaro nell'ennesima cravatta? O sente l'insopprimibile voglia di regalare qualcosa a qualcuno pur di non doverci passare un eccessivo lasso di tempo insieme?
Il mio spirito filtra tutto il mondo, lo so, come un colino sporco che rovina il gusto delle foglie di tè, e pregiate. Nella tazza, un saporaccio.
Mi accontento di vedere la sua ombra che sfiora leggera il muro, si siede sulle scale, sale in cima al muretto del terrazzo e respira l'aria del mattino, guardandomi appena, per avere conferma della mia presenza.
Il dolore è un maschio come tutti gli altri, per fortuna non ti è sempre fedele.
In alcuni momenti torno a ridere, apprezzo che gli amici mi distraggano raccontandomi qualcosa, progetto le mie solite inutili architetture, letture, ricette, lavoro.
Apprezzo enormemente i sorrisi delle persone, anche.
Metto in ordine. Butto via un sacco di cose, scartoffie, finisco i libri vecchi, arieggio l'esistenza.
Ho bisogno di attaccarmi all'ordine delle cose, la mente mi tradisce e sparpaglia tutti i documenti che la vita, capufficio zelante, continua a mettermi davanti per metterci la firma.
E comunque so che l'onda si esaurisce, per stanchezza, per entropia.
Preparo la sacca con tutti i libri da restituire in biblioteca ed esco, scontrandomi subito con un tramonto da solstizio perfetto: nuvole sottili rosse e bluette, rosa e violacee, tutte pressate come un tiramisù divino, uno dei momenti in cui il Bimbo Eterno sussurra, mamma, guarda, l'ho fatto per te. Bocca aperta.
Il crepuscolo è il perfetto crepuscolo d'inverno, le case hanno luci gialle e calde, gli uccelli cantano nei giardini fruscianti, le signore vanno a braccetto e chiacchierano sommessamente.
Prendo la boccata d'aria che ti arrossa l'anima e la scuote. Non resto nemmeno troppo delusa, trovando la biblioteca chiusa. Il piacere di avere libri nuovi da leggere è solo rimandato. E come la vita sia solo un'attesa, da impiegare a piacimento. Un piacere, da godersi in santa pace.
Ritorno a casa, sono solo dieci minuti a piedi. Gli stessi suoni, le stesse colombe infreddolite appiccicate ai tetti e ai camini come ragazzine timide, gli stessi schiocchi nei giardini, l'erba è già cresciuta un altro po'.
Faccio quello che faccio ogni volta che torno, osservo le finestre di casa dalla strada, ho lasciato le luci accese.
Provo quel senso di tranquillità che desideravo quando sognavo di avere qualcosa a cui appartenere, qualcosa a cui tornare, un approdo tiepido che mi aspetta, a calmare la mia piccola, momentanea odissea.
Mi viene in mente che questo Natale, come dice la Magnifica, bussa e noi non gli vogliamo aprire.
Perché ci siamo rattristati, un piccolo freddo è sceso nella carne, la speranza è stata lasciata al freddo, una cosa che non si dovrebbe fare mai. Un grande dolore ci ha uccisi, per un po', ha falsato tutta la nostra prospettiva, ha ingigantito e rimpicciolito le sensazioni come una droga malevola.
Il Natale è tornato, per un attimo, ad essere una lucina ostinata e calda.
Perché abbiamo tanto, se sappiamo vederlo nel modo giusto.
Perché non abbiamo bisogno di troppe cose, se possediamo quelle poche ma buone.
Perché in realtà, se riusciamo ancora a commuoverci per le cose semplici, gentili, generose e luminose...non è tutto perduto.
E meno male, direi.
E direte anche, che scatole rotte, tu e le tue lucine nelle case.

18 commenti:

Gillipixel ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Gillipixel ha detto...

Vale, ultimamente mi fai piangere ogni volta :-)...non so proprio cosa dire, se non che sei una bellissima persona e che questo è un articolo perfetto :-)

Ononests dice spotty...nel nido degli onesti, credo volesse dire :-)

(...il commento elmininato ero sempre io :-) ...cassalo pure, ho solo totlo un refuso :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, sono io che in realtà non so cosa dire, a parte ringraziarti per le parole gentili che mi dici...:)
Anche tu, quando un micio se ne va, continui a vederne l'ombra gentile, vero?:)

Visir ha detto...

In questo clima festoso del Natale prossimo annunciato vorrei dire la mia.

Tu parli di tristezza per chi non c'è più, ma sarebbe utile rendersi conto che in realtà si soffre solo per se stessi.
Inoltre se mai vi è una conclusione invevitabile in merito all'esistenza che svetta sopra ogni altra e al qualc un uomo intelligente perviene abbastanza in fretta è la futilità della vita.

Il giusto contrappunto a questa constatazione è la vanità che ci sostiene in questo brevissimo percorso nel divenire. La vanità che ci sprona nel nostro procedere a tentoni nel buio dell'ingoranza pensando di conoscere e ci da un miraggio di stabilità mentre caracolliamo con passo incerto al modo che molti chiamano: esperienza.

Lo ripeto. Siamo condannati ad un'inestricabile egoismo che ci consente di soffrire per ( e solamente) ciò che ci interessa e al quale la nostra mente si lega facendolo sembrare (illusoriamente) proprio.

Un incantesimo cui non è facile togliere da noi stessi poichè subdolamente aderisce molto strettamente alla nostra vera natura tanto da sembrare esso stesso la nostra natura autentica. Ma non è così.
Questo trauma è' una magnifica occasione per svegliarti da questo sortilegio.
Cavalca il dolore sino in fondo e vedrai se hai le palle per reggere che è fatto della stessa sostanza dei sogni.

Eppoi non disperarti per il tuo gatto...è solo andato avanti prima.

A proposito: Auguri e Buon Natale a te e a tutti quanti.

Vanessa Valentine ha detto...

Natale non è Natale senza il pippone sermonesco di Visir.
Che vuoi che ti dica, non sono dell'umore giusto, ecco.
Buon Natale, Visir.

Gillipixel ha detto...

@->Vale: vero, Vale, non ne ho dimenticato nemmeno uno di quelli che hanno attraversato la mia vita...pur essendo tutti parte di quello che io considero il grande universo felino che pervade la realtà, ognuno aveva il suo "che" particolare, era unico e al tempo stesso un tassello del Grande Gatto Globale...anche per questo, pur rispettando ovviamente e comprendendo al 1000% il tuo dolore attuale, mi sento di dirti di non disperare, un altro rappresentante del Pan-Gatto universale attraverserà ancora le tue vicende e saranno di nuovo gioia e momenti belli :-)

@->Visir: sai sempre dire cose che stupiscono e fanno riflettere a profondità inaudite...sono dure, ma danno in un certo senso anche sollievo, le tue considerazioni...

Buone feste a tutti e due :-)

Squilibrato ha detto...

Buon Natale V.V.!

Vanessa Valentine ha detto...

Hai ragione, Gilli, l'idea del Pan-Gatto è davvero bella...come se fossero tutti uniti in una comunità che ci osserva e poi decide chi mandare avanti per occuparsi del proprio umano speciale...perché è questo che fanno i mici, lo so. E anche quando restano con me per purtroppo poco, pochissimo tempo, beh, quel tempo diventa senza fine, tutto nostro, finalmente sensato.
Non appartieni davvero a nessuno se non sei mai appartenuto ad un gatto.:)

Vanessa Valentine ha detto...

Buon Natale a te, Squilibrato!:)
Che siano giorni un po' più sereni, già questo sarebbe un piccolo miracolo...

ross ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...

Mi piace fare i sermoni, inoltre li faccio gratuitamente mentre altri meno dotati di me riescono a farsi intestare piccole fortune, erigere ospedali con buchi ecoomici milionari e non pagare I.C.I.
Dovrei già così aver abbastanza meriti.
Non chiedo di baciarmi l'anello magari un applauso ogni tanto mi conforterebbe ma non posso pretendere.

Vedo che i lutti (seppur di specie diversa dalla nostra umana) ti affilano i denti. Me ne compiaccio profondamente, almeno ti rendono un po' più vera.

Buon anno. :)

Vanessa Valentine ha detto...

Meno dotati di me...eh, eh. Come mai tutta questa modestia?

ross ha detto...

ahhh! adesso ho capito Vale . Aggiungi agli umani "ti dico tutto IO" quelli zenza orecchie e tutta bocca , anche gli umani "SO TUTTO IO"anche questi senza orecchie . I sermonisti.

Vanessa Valentine ha detto...

Cara Ross, dietro ad ogni predicatore c'è qualcuno che non stava a sentire.
Se vuoi che gli altri ti ascoltino, gli devi raccontare cose interessanti, divertenti o che non sanno. Altrimenti li annoi.
A costo di inventare.
E' la regola di ogni narratore.
E poi sì, ci sono le persone che non ascoltano abbastanza, uomini e donne, purtroppo spesso lamentano la solitudine, rivendicata con fierezza. La quale è splendida solo se te la sei scelta, se ti si è appollaiata come un condor sulla spalla, meno.
Lo sai tu e lo so io e lo ribadisco: se ascolti la gente, le cose migliorano.
Ascoltarle anche quando ti dicono che non sei vera...:)))))

ross ha detto...

visir ,GILLI ti ha fatto un applauso . Non hai sentito ??

Visir ha detto...

Anche se non si è capito il mio commento era autoironico.

Personalmene cerco di non esprimere giudizi sulle persone ma casomai sulle loro azioni.
La cosa è un po' diversa anche se spesso ci si identifica fortemente con quello che si fa che pare non esserci separazione.
Quindi essere veri o falsi non è riferito certo alla persona (in questo caso alla padrona di casa) ma semmai agli argomenti e al modo che si presentano.
Se mi capita di sentire chiacchiere senza sostanza e senza la scintilla di una certa originalità mi permetto di dire la mia e lo rilevo.
E'inopportuno? Maleducato? Forse, ma che male c'è ad essere sinceri?
Non c'è che la verità che ferisce, ma non c'è che la verità che guarisce.

Bisognerebbe in ogni nostra azione mettere il meglio, non certo per vanagloria o presunzione ma semplicemente:
"Che tutto quello che la tua mano tocca sia fatto con amore, arte e saggezza perchè non potrai più farlo nella tomba".
Cito dunque il Vecchio Testamento visto che mi tocca indossare la meste veste del predicatore.
:)

Vanessa Valentine ha detto...

Sono tanto triste, Visir, e non c'è verità che mi aiuti, anzi, mai come in certi momenti la verità serve così a poco...infatti in certi momenti gli amici mentono dolcemente dicendoti che starai meglio e che tutto passerà. Certo, tutto passerà perché il tempo farà morire la tristezza di vecchiaia.
Al momento ti aggrappi a quel poco che hai, certi piccoli piccoli ricordi.
Per alcuni piangere la morte di un animale è assurdo, per altri normale come piangere per la morte di una persona.
Prima comunque vengono i sentimenti delle persone che non vanno mai presi alla leggera. Poi si può passare ai grandi discorsi sul Divenire, l'Essere e la Vita, sul fatto che l'umanità è buona o cattiva o chissenefrega.
Oggi sono ancora e sempre triste, Visir, e non c'è molto che mi consoli.
Egoisticamente.

Visir ha detto...

Mi dispiace.