venerdì 29 giugno 2012

Caronte

Che sonnolenza, enza, enza, enzissima.
Da quando è finita la scuola non faccio che dormire, al mattino, di pomeriggio, e vado a letto presto la sera. Ho sempre sonno. Periodo tse tse.
Sarà anche questo caldone, naturalmente è un periodo dell'anno che mi piace pochissimo, in assoluto, entriamo nel luglio solito, bianco, lattiginoso, fastidioso. Ti puoi muovere solo fino alle nove e poi devi correre a rintanarti all'ombra, come se il nostro pianeta fosse uno di quelli di Futurama che Fry, Bender e Leela visitano con la navicella, pianeti assurdi, surriscaldati, con tre soli, che bel cartone animato.
Avendo un fracco di tempo libero da una settimana o giù di lì mi rimetto a leggere tutti i libri che ho preso nella biblioteca di Woodville, fornitissima, praticamente non dovrò comprare più niente da qui a dieci anni, di libri, a quanto pare li hanno tutti, tutti quelli che voglio e che potrei mai volere. Grandioso. Se solo mi dessi una mossa a leggerli, a quanto pare con l'età sono diventata più torpida (ancora di più).
Ma poi si sente delle solite code micidiali per andare alle spiagge, la domenica, i miei vicini me l'hanno chiesto e ogni volta devo tirare fuori una scusa...il punto è che davvero, davvero, non voglio stare quattro ore chiusa in una macchina con l'aria condizionata per arrivare su di una spianata sabbiosa e  rovente a 45°, scottarmi ovunque, con un mucchio di gente che mi pressa e mi fa caldo. Mi dispiace, ma davvero non ci riesco. Su per la settimana, beh, è un'altra cosa. Ma quando fa così caldo...ti va via la voglia di fare tutto! A parte mangiare una bella fetta di anguria, con i piedoni belli freschi immersi nella bacinella, con l'acqua e il ghiaccio.
E in più, ho anche la tosse, la notte sbolsego così tanto che la Bagigia non dorme più sul cuscino, perché la tengo sveglia. Lei dorme in terrazza, viene dentro quando c'è troppa umidità, alle cinque, e si mette ai piedi del letto.
Insomma, tiriamo avanti, tutti.
Ho presenziato a tutti gli scritti e ad un paio di orali, mamma che stancata, giornate che non finivano più. Che croce. I miei ragazzetti di terza hanno fatto senso anche agli orali e all'Invalsi, sai che novità. Alcuni non hanno nemmeno studiato le quattro acche di tesine che portavano, tanto per dirne una.
Ogni volta che ne accompagnavo uno fuori perché aveva finito mi veniva da piangere, al pensiero che non li vedevo più. Mi sono fatta anche la frignata di rito, tornando in macchina, meno male che non mi ha visto nessuno. Ho avuto un down da distacco di un paio di giorni, poi mi sono detta, bene o male li rivedrò, magari mi chiameranno per qualche supplenza alle superiori e li ribeccherò, forse. Per ora con la scuola sono in alto mare, mi tengo tutte le strade aperte (o nessuna, il che è più probabile).
E' stata comunque una notevole esperienza, durante gli esami passeggiavo lungo i corridoi freschi e vuoti e pensavo a tutte le mattine passate lì dentro...un po' di magone, lo ammetto, lo sentivo. Le scuole vuote, poi, sono spettacolari. Ampie, silenziose, senza gli occupanti casinari sono oasi di pace e serenità. Ho salutato i colleghi, i bidelli, ho scambiato ricette, mail e cellulare con chiunque.
Siamo tutti precari in una società precaria, vuoi che non ci ritroviamo?
E adesso ho recuperato le mie mattine poultryvillane, col giretto al banchetto dei formaggi, alla fioreria, dal fruttivendolo. Qui attorno ci sono sempre cose nuove, persone nuove, non ci annoiamo di sicuro.
Tanto per dirne una, ieri sera ci siamo visti Italia-Germania col proiettore del mio vicino, maxischermo sul muro di cemento dei garage. Vista benissimo, con pizza, patatine, birra e sangria.
Ho tifato perfino io!
Che bel gruppetto di schioppati, eheh.
Per domenica, replica.
Ce la spassiamo.
Che Caronte ci faccia bollire e ci traghetti dove gli pare, si accomodi. Viaggeremo in gran turismo, infradito e fetta d'anguria gelata d'ordinanza.
Meglio di così, si muore.

8 commenti:

Gillipixel ha detto...

Vale, "sbolsego" è un termine bellissimo :-) è strano come tante espressioni dialettali che usi e magistralmente adatti in una buffa italianizzazione, io le senta così familiari, anche se nel mio diletto non esistono esattamente nella stessa forma, ma magari con piccole varianti...da noi la tosse un po' insistente, molesta e un po' rumorosa si dice "bosga" :-) parola magicamente affine alla voce del verbo "sbolsegare" :-) anche se fondamentalmente diversa...


La scena della Bagigia che se ne va in balcone sdegnata mi ha fatto sorridere: c'è tutta la felinità del mondo dentro :-)

Visir ha detto...

E'curioso come le persone che non hanno nulla da dire parlino sempre così tanto.

Sento ovunque parlare del caldo, come se fosse un elementoo suscettibile di cambiamento sulla base delle proprie opinioni e non un semplice dato di fatto.

La comunicazione umana è fatta per l'80% da constatazioni, il 19% da richieste o risposte a queste, lo 0,9% da esclamazioni e il rimanente 0,1% da riflessioni ponderate su punti di vista originali.

Il mondo sarebbe meravigliosamente silenzioso se si tralasciasse il superfluo e soprattutto l'inutile.

Quando non si parla del caldo intorno a me sento parlare invece del calcio, si sa che la partita di pallone è un momento topico nel palinsesto patetico di molte esistenze.
In subordine ci sono le vacanze.
Dove vai? Quanto stai via?
Perchè cazzo me lo domandi? Mi verrebbe da rispondere con la mia usuale educazione. Te ne cala veramente qualche cosa? Verrai forse con me in ferie?
Non posso dimenticare la domanda che invece mi tormenterà dopo l'estate: Dove sei stato?
Chiara dimostrazione che la memoria non è una qualità umana.

Un altro argomento cui spesso gli esseri di questo pianeta indulgono è il racconto di se stessi, come i protagonisti di un film avvincente.
Una sorta di "standing show" della loro noiosa quotidianità e presentato agli altri come un evento cui ci si dovrebbe appassionare a bocca aperta. Gli interlocutori intanto non ascoltano, ma aspettano il loro turno per esibirsi nell'elenco puntale delle minchiate che punteggiano la loro vita.

E' una vicendevole cortesia ad annoiarsi.

Spesso, anche persone intelligenti ma poco consapevoli dei meccanismi automatici della propria esistenza cadono in questo spreco di tempo ed energie.
Poi esausti continuano nel sonno che li accarezza cullandosi nel solito tran-tran dei loro giorni senza sole anche se vivono sotto la canicola..
Tutto così, sino alla morte.

L’unica nota di colore che riesco a cogliere (probabilmente sono molto daltonico) è ne rari momenti dove un’emozione sincera sgretola questa sorta di esoscheletro del nulla, in quello spiraglio intravedo la grandezza dell’uomo che ahimè palesa ancora di più la distanza fra ciò che è e ciò che potrebbe essere.

E' veramente un peccato, perchè è una bella cosa la vita, anche se è così difficile viverla veramente.

Visir ha detto...

Opsss! :)))

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, meno male che lo sciroppo ha avuto la meglio sullo sbolsego...nottatacce, davvero.:(((((
Non mi stupirebbe scoprire che bosga e sbolsego discendono dalla stessa radice, magari una di quelle parole germaniche un po' aspre ma fruttuose, lasciate in eredità da qualche antenato alto, biondo e oltredolomiticoalpino...
naturalmente ammalatosi mentre soggiornava (leggi: invadeva e razziava) le nostre belle terre pianeggianti.
Poco male, ormai, la tosse resta una costante, sbolsegosa, bosgosa o come la si voglia mettere.
Che belli, i dialetti, sempre. Tutti. ;))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

E' curioso, anzichenò, come le persone che non hanno nulla da scrivere scrivano sempre così tanto.
Eheh.

Visir ha detto...

Pensa Vivì, avrei scommesso su questa risposta e avrei anche vinto. :))))

Vanessa Valentine ha detto...

Io non scucivo un euro, caro, stai tranquillo.:))))))))

Visir ha detto...

Fra noi non è assolutamente necessario.
Pagare con il denaro è un modo troppo banale per dire grazie. :)