venerdì 8 giugno 2012

Pure la partita!!

Ed eccoci in dirittura d'arrivo, dopo quattro mesi favolosi insieme a ragazzi e ragazze favolosi, benché impegnativi, con tutte le rogne da fine anno che una pampana come me si trova a dover affrontare tutte d'un colpo perché ovviamente è sempre indietro con carte e scartoffie varie.
Gli scrutini vanno e vengono, l'ultima settimana è ormai impossibile tenere fermi i piccoli impazziti col caldo e con l'ansia da promozione o no. L'unica è organizzare i tornei di pallavolo, così almeno l'energia che hanno in corpo, in eccesso, si stempera.
La cosa ridicola è che pure la sottoscritta è stata precettata per la partitona alunni/professori, praticamente arruolata a forza.
Scena tipo, scuola, interno giorno: i docenti stanno prendendo il caffè alla macchinetta.
Prof. Valentine: Buongiorno.
Prof. di ginnastica: Ciao.
Prof. di francese: Ehilà!
Prof. di lettere: Ciao, cara.
Prof di ginnastica: Tu giochi a pallavolo.
Prof Valentine: beh, veramente no, saranno vent'anni che non gioco, eheh. Non mi ricordo nemmeno le regole.
Prof. di ginnastica: No, TU GIOCHI a pallavolo. Quando ci sarà la partita.
Prof. Valentine: Ah. Beh, ok...obbedisco! Sembra divertente!
Sembrava.
Prima di veder giocare quell'alunno di terza che ha fatto le regionali, il quale si alza e schiaccia delle bombe che se ti centrano ti decapitano.
Diciamo che mi è un po' passata la voglia, solo che siamo in pochi e già alcune colleghe hanno fatto marcia indietro, le matriarche accampano scuse tipo la veneranda età mentre noi Valentine non arretriamo mai di fronte al dovere.
Quindi domani mattina pure l'alzataccia.
Almeno però, dopo, ci saranno i biscotti di uno dei miei allievi preferiti il quale, per la sua prof preferita, preparerà un biscottone bigusto, crema e cioccolato. Che tenero.
Ho una marea di robe da fare e la casa che è sempre più incasinata, una pila di libri da leggere che ormai sfiora il ridicolo, relazioni da scrivere e prove d'esame da buttar giù.
E, naturalmente, zero voglia, col tipico sonno comatoso da prime afe.
Che sgionfa!
Fame di vacanze, come tutti.
Nella scuola serpeggia un malcontento, vedo tutti lì a bisbigliare, non so che cosa stia bollendo in pentola ma a giudicare dalle facce non sembra appetitoso.
Mah, vi dirò, per me cambia poco.
Il bello di essere l'ultima ruotina del carro è che puoi rotolartene via indisturbata, all'inglese, senza farti troppi problemi.
Uno dei pochi vantaggi.
Facciamo un po' di ferie e poi vedremo che farne, di noi.
Giusto?
Non mi viene in mente altro.
A parte contemplare distratta questo cielo lattiginoso, con una lemonsoda in mano, o farmi tutte le sagre della zona, a mangiare a palla il mangiabile.
A cercare di mettere un po' d'ordine nel bordello esistenziale.
A sloggiare Bagi dal letto, Bagi la Bella, Bagi la Ronfante.
Bagi la Graffiona, anche, visto che deve essere un pelino in amore e quindi è un po' malmostosetta.
Però è tanto puffola, la mia Bagi, quando mi dà i morsichetti amorosi sul mento.
Il profumo dei tigli nell'aria è così forte da far venire il mal di testa.
E' il profumo di inizio estate. Con le prime cicale nevrasteniche, le prime notti afose, col lenzuolo appiccicato, l'orecchio un po' teso a sentire la scossetta notturna, inutile dirlo, anche i veneti sono nervosi.
Abbiamo tutti bisogno che questo periodo passi.
Ci serve un po' d'amaca e un po' di verde.

11 commenti:

Jenny ha detto...

T'hanno incastrato eh!? io dissi subito no...e ne uscii.
Comunque adesso è finita e vai con gli esami: altra parata di varia umanità ;)

Vanessa Valentine ha detto...

Ho fatto schifo!!!:((((
D'ora in poi non la chiameranno più pallavolo ma pallaschifo!:))))))
E sono pure piena di dolori...:((((((
Non potevo dire di no, non voleva giocare nessuno!:)))))

Jenny ha detto...

Preferei di no...Bartleby insegna!

Jenny ha detto...

sorry..."prefererei di no"

Gillipixel ha detto...

Vale, forse non è nemmeno come diceva de coubertain...l'importante non è vincere e nemmeno partecipare, ma sentirsi in sintonia coi movimenti previsti dallo sport in questione, entrare nella logica atletica e sentire vibrare il corpo all'unisono con la gestualità peculiare richiesta...poi però, ognuno può interpretare a modo suo, ed alla fine lo scopo è sempre raggiunto :-)...i doloretti riportati non sono altro che una garanzia del risultato ottenuto :-)

"Che sgionfa" è un'espressione siderale :-) una conferma della meravigliosa trasversalità dei dialetti, dato che si dice una cosa simile anche dalle mie parti :-)
"Sgionfare" letteralmente vuol dire sgonfiare, ma uno "sgiunfadur" è anche uno stufone, un rompiglione :-)

Mi affascinano sempre un acco questi tuoi mix italo-patavini :-)

Ciao Vale :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Gilli, ma davvero, "sgionfamento" rende il periodo...ho sempre sonno e tutto è così pesante!
Riesco quasi a sentire la Vale adolescente, pigra e menefreghista, che bussa ancora...;)))))
poi, la pallavolo è davvero bella, se è giocata bene..non con il culone di piombo che mi ritrovo, eheh...:))))))

Gillipixel ha detto...

Ma no, Vale :-) non dire "di piombo"...si dice rubensiano :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Eheh, Gilli...rubensiano di piombo, allora...che fatica muoverlo! Nei quadri stanno fermi, infatti.;))))

Visir ha detto...

Come si possa vivere in una struttura biomeccanica ipotonica, senza coordinazione e potenza come tu ti descrivi è per me uno dei misteri dell'umanità.

Concordo pienamente con te che correre dietro ad una sfera rimbalzandola oltre una rete sia, fra le attività che l'uomo può intraprendere, una delle più assurde, ma se decidi di fare una cosa, vivaiddio, falla con tutta te stessa.
Se non puoi vincere almeno perdi con onore, stramazzando sino alla morte se occorre, al modo che in quella partita sembri ti stia giocando l'anima.
Mostra a quegli ometti di colleghi di che tempra sei fatta.
Che senso ha dare di se uno spettacolo tanto miserevole quando si è speso la propria parola?
Vuoi che ridono di te? Che dicano: “Ecco, la solita donniciola che sa solo dare aria alle parole e alzare la voce quando gli pestano i piedi”?

Gli antichi, nella loro profonda conoscenza, ormai perduta, suddividono il cammino di crescita di un essere umano in tre importanti tappe.
Divenire un cacciatore, un guerriero e infine un saggio o un santo che dir si voglia.

Cacciatore, inteso come cacciatore di energia, di conoscenza: di vera conoscenza.

Guerriero, inteso come un individuo che sa vedere le sue paure confrontandosi con la realtà e trasformarle in azione, padroneggiando all'unisono mente/spirito e corpo in un'azione libera dal risultato.

Saggio, inteso come la trascendenza di ogni conflitto e una chiara visione della realtà.

Per fare tutto ciò è necessario un corpo, ma un corpo efficiente e forte, però.
Poiché ogni esperienza passa attraverso di lui.
Non certo il fisico del culturista ma un armonioso sinergismo di energia interiore e struttura.
O forse pensi che S. Francesco sia stato una mezza sega? Che Padre Pio quando sanguinava dalle stimmate si dava malato?

Molti parlano di saggezza e la vorrebbero magari a buon mercato, ma non vogliono affrontare i primi due stadi del proprio naturale sviluppo.

Mi domando dunque e domando anche a te, come si può conquistare la verità (intima e soggettiva, ma pura e perfetta) se non si è padroni neanche della parte più materiale di se stessi?
Come si può proteggere chi si ama e ciò in cui si crede se non si sa proteggere neanche se medesimo?

Pare assurdo ed è follia. Infatti,...si vede in giro che gente circola.

Questa debolezza tollerata e nascosta soprattutto a se stessi infiacchisce ogni intento, toglie fiducia nelle possibilità di riuscita e condanna chi si conduce in questa vita con un miserevole corpo ad un’inquietudine sottile e subdola, spesso mascherata da un’insensata aggressività e livore.

Una persona debole è estremamente pericolosa perchè è mossa dalla paura non dalla necessità.
Alimenta ogni genere di cattiveria e avidità perchè intimamente sa di non aver sostanza.
In definitiva non è padrona di nulla perciò accumula.

Un tale essere penoso non è nemmeno libero di essere buono, poiché non vi è merito in una bontà che è determinata dalla paura, dalla propria debolezza e dalla incapacità di fare male.

Ecco che spesso lo sguardo di tali esseri è distolto dallo specchio della realtà per indugiare in falsi sogni di cose che sono ritenute importanti e, ahimè, non contano una mazza.

Ciò che cambia le nostre capacità è l'idea che abbiamo di noi stessi.

Vanessa Valentine ha detto...

Vanessa e gli Ipotonici...ho trovato il nome per il mio complesso rock.

Visir ha detto...

Il loro primo CD lo intitoleranno: Zzzzzzz.