martedì 11 settembre 2012

Non ci sono più le principesse di una volta! E meno male!


Come al solito attendo con trepidazione settembre, il mese delle prime al cinema, dei film Pixar barra Disney, dei filmoni fantascientifici (Prometheus) e dei Batman. A settembre, se ti piace il cinema, è come essere in pasticceria e fregartene della dieta: mangi tutto quello che vedi, creme, panna, frutta e cioccolato.
Abbiamo visto "Ribelle-The Brave" l'altra sera, rigorosamente in 2D e, caspita, i capelli della fanciulla, serpentini, sono davvero stupefacenti.
Avevo letto le solite svariate recensioni, il cambio di regia (da mano femminile a maschile), le solite beghe, con il terrore che la Pixar passasse dagli adorati Buddy movies, tipo Toy Story, alle melensaggini stile "La Bella e la Bestia".
La sterzata si sente, però è tutto così maledettamente bello, mosso, scozzese, pieno di cornamuse e da adolescenti che non si può resistere.
Ocio, farò un po' di spoiling.
Merida è la principessa delle Highlands educata da madre amorevole ma severa per diventare la moglie (e madre) di un principino capoclan differente. Ognuno col suo bel kilt e tartan d'ordinanza e sotto il tartan niente.
C'è anche un papà enorme e bonaccione che vede di buon'occhio la figliola maneggiare spada ed arco, genitore mentalmente aperto, educativamente parlando. Ma la mami non è d'accordo e preferisce che la fanciulla strimpelli strumenti, mangi educata e non getti  l'arco sulla tavola, abboffandosi come un giaguaro. Come non soffrire pensando a quanto è stonfa l'educazione delle femmine rispetto a quella dei maschi.
E Merida se ne frega, chiaramente.
Ci sono tre principini, anche, fratellini gemellini che ne combinano una più del demonio, però devotissimi alla sorellona.
Insomma, le giornate trascorrono con Merida che cavalca il suo Angus, cavallo dalle enormi zampone, giuggiolone come un gatto o un cane, su e giù per i boschi, in free climbing su per le cascate, in totale libertà (ah, la libertà spensierata del non crescere! Perché deve finire?) mentre le canzoni disneyane in stile celtico impazzano (però sono belle, dai, ammettilo).
Arriva però il giorno in cui Merida deve mettere i ricci rossi a posto (sotto la cuffia, da cui schioppano) perché si presentano i tre clan per chiedere la sua mano. La ragazza non è naturalmente molto d'accordo, non ha nessuna voglia di prender marito per evitar guerre tra i clan intemperanti e litigiosi, né alcuna voglia di far da trofeo in generale. Vuol esser padrona di sé stessa e come darle torto.
La mami, ancora una volta, la zittisce. La rossa, imbronciata, abbozza. Ma quando le viene chiesto con che gara si potrà chiedere la sua mano non esita e urla "tiro con l'arco". Sappiamo già che non ce ne sarà per nessuno.
I tre principi aspiranti sono uno peggio dell'altro, il tracotante (somigliantissimo al Trota, giuro), tutto pittato di blu guerresco, il cicciotto e non si capisce quello che dice e il catatonico biondo con la cresta, il quale pare già parecchio leso di suo. Da spararsi, povera ragazza. La merce è questa.
La gara va maluccio a parte il catatonico che fa centro per puro c, a quel punto Merida interviene, alla disperata, e gareggia per la propria mano. Naturalmente, come tocca alle donne, deve fare tutto al meglio del meglio per essere presa sul serio. Mami si incazza ma lei tira dritto, tre centri spaccati, l'ultimo infiocina la freccia culona in souplesse. Sbigottimento.
Naturalmente parte la lite con i fiocchi tra madre e figlia, tra tradizione e libertà, tra generazioni, come è sempre stato e come sempre sarà.
A Merida, fuggita piangente come tutte le volte si fa quando si baruffa con la madre, cioè con noi stessi elevati all'ennesima potenza, capita di incappare, nel bosco, nella solita casupola della strega che non si fa mai gli affaracci suoi. In questo caso, strega intagliatrice, imprenditrice/venditrice anche on line di statuette di orso. La tentazione è forte, l'incantesimo risolutore va scelto, incuranti del bugiardino allegato alla magia. Del resto, quando mai gli adolescenti sono cauti?
Capiterà qualcosa alla madre, dopo aver mangiato quel dolce streghesco, qualcosa di orribile, eppure buffo, comico, per come è stato mostrato. Un animale totemico, forte, feroce, eppure nell'iconografia associato alla tenerezza e all'accudimento...la mami diventa un'orsa possente ma si copre con i vestiti strappati e fa tutte le mossettine di una donna veramente su tutte le furie.
Va detto che un orso crudele si accanì contro il papà di Merida, strappandogli la gamba. Da qui si capisce come gli orsi, in generale, non siano ben visti a palazzo.
Vado avanti? No, non racconto più niente. Perché la trama è, come al solito, suggeritrice, commovente, speranzosa, trepidante.
Vogliamo che la mami torni umana in tempo, che il marito non la uccida, che il crudele orso mangiagambe, mai scomparso e con un triste passato, scompaia del tutto. Vogliamo che la fiaba, raccontata, finisca bene, che tutto vada al suo posto, che i personaggi, liberi e migliori (migliori perché liberi, perché prima delle convenzioni vengono l'amore per i nostri cari e la libertà che noi gli insegneremo a vivere) possano correre insieme, capelli al vento, nelle Highlands, più simili che mai.
Con una lezione, importante: che i principi sposino per amore chi vogliono, fregandosene delle alleanze e del sangue. Ben vengano le monarchie democratiche, con la principessa che sposa il suo trainer, tipo.
Magari anche nei cartoni.
E ben vengano le principesse che mangiano rumorosamente, mettono i piedi sulla tavola, tirano divinamente con l'arco e sanno usare la spada per difendere. Finalmente! Facciamola finita con quelle squinzie tutte sospiri e balletti che aspettavano solo di essere svegliate in mezzo ai rovi, al massimo cinguettavano con gli usignoli, ma dai.
Ci voleva una roscia per avere tutto questo.

15 commenti:

Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Visir ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Vanessa Valentine ha detto...

E a chi non piacerebbe essere una principessa che cavalca il suo destriero nelle Highlands (ma anche altrove), libera come il vento? O anche uno non necessariamente di sangue blu, ma provare proprio quel senso di libertà dalle costrizioni, anche mentali, e fare tutto quello che si vuole, andare ovunque, scegliere qualsiasi cosa? Sei fuori tema, come al solito.
Non puoi partire da qualsiasi cosa io scriva, fosse anche la Sagra del Prosciutto, per ribadirmi, ancora e ancora, quanto faccia schifo la vita, e sia ingiusta, e l'umanità un patetico mucchio di falliti che non sanno dove andare, manipolati da chiunque a qualunque ora. Questo vale per molti ma non per tutti. E anche se valesse per una larga fetta di popolazione, avrebbero il diritto di vivere nelle loro illusioni, al posto di essere svegliati da sedicenti illuminati con tutte le risposte a domande che nessuno ha fatto. Tu pensi sempre che gli altri siano più scemi di te, mostri il fianco alle pugnalate così.
Va bene il bagno di realtà, e chi se lo scorda, la maggioranza ottusa, etc etc, ma dai...bisogna anche prendersi una vacanza da sé stessi, ogni tanto, o no?
Poi va a finire che sei uno di quei tizi sul giornale, sempre chiusi nell'appartamento, perché ringhiavano ai vicini, ma è da un sacco che non lo vedevano in giro, e lo scoprono quando ormai l'odore è insopportabile...conviene ridursi così?

Visir ha detto...

Ho corretto alcuni errori e così leggo prima la tua risposta.
Mi permetto di dirti però che mi fraintendi.
La vita non fa schifo ma non bisogna dipingerla dei colori che ci piacciono per renderla diversa dalla sua sostanza.
Inoltre esprimo le mie opinioni come tu le tue.
Che colpa ne ho se mi stimoli delle risposte oneste?

In ogni caso questo era il mio commento. Ciapaselano. :)

Si raccontano le favole per far dormire i bambini, poi agli adulti si raccontano favole più subdole per farli dormire ancora più profondamente.
La favola dell'amore, quella della libertà per esempio ma anche quelle ancora più fantasiose delle religioni.. Si coltiva in questo modo la puerile speranza che senza far nulla “domani sarà meglio di oggi”.

Noam Chomsky che è per la linguistica quello che Einstein è stato per la fisica, segnala nelle sue dieci regole di manipolazione (che personalmente chiamo "I dieci modi per fare di un uomo un coglione") di rivolgersi al pubblico come ai bambini.
Avviene così una sorta di regressione di cui siamo vittima spesso e ci fa fare un bel pisolino al nostro senso critico.

Sarebbe più utile indirizzare la propria attenzione e il poco tempo di vita per cercare di migliorare il presente e risolvere i problemi reali senza farci distrarre da enti che oggettivamente sono solo menzogne.

I rapporti umani non si discostano dagli obiettivi e dai principi dalla società in cui viviamo, e come potrebbe essere diverso, quando questa società è fatta di uomini? Non ci piace ammetterlo ma è così.
L'economia che muove il mondo muove prima di tutto l'essere umano.
L’avidità che da al forte l’istinto di “predazione” c’è anche in noi. Non vederla è esserne in definitiva dominati.
Economia di movimento corporeo, economica emotiva -ti do, mi dai- economia di investimento -faccio per poi avere- economia in senso stretto fatta da un mercato di scambio delle cose materiali ma anche di cose materiali per quelle emotive, cioè su piani diversi che interagiscono.

Questa osservazione, direi banale, sfugge stranamente alla maggioranza che ammanta le motivazioni della propria vita di qualità che non esistono e che a ben vedere nessuno a mai incontrato in un uomo in vita sua.
Sentimentalismi da operetta che non solo seducono, ma in definitiva conquistano, creando quella discrepanza evidente che ci sorprende in particolare nell'assoluta imprevedibilità dei comportamenti umani.
Il comportamento umano è in definitiva molto prevedibile se si vuole indagarlo nel modo corretto.
Certamente che se si vuol comprendere un libro di algebra e invece di leggerlo e con carta e penna, verificare le formule contenute lo si ascolta con uno stetoscopio aspettandosi dei dati comprensibili non ci si può stupire che la matematica resti un mistero.

In questa commedia dell'equivoco si giustificano così i propri comportamenti (chiamiamoli “egoistici”) con i buoni sentimenti.
E' evidente a chi è onesto con se stesso, che nulla in quello che facciamo supera la soglia dell'interesse.

L'amore così che descrivi e auspichi per la principessa, ma forse anche per te stessa è proprio di mondo di favole.
Se mai un amore autentico può sorgere fra due esseri umani è quello edificato sulla verità e non sul fraintendimento in primis di se stesso..
Solo vedendo la prigione che ci rinchiude è possibile trovare il modo di evadere e così facendo raggiungere l’altro..

Quindi, andiamo...

Visir ha detto...

In ogni caso non mi sento più illuminato di un operaio dell'Enel.

Quello che dico è stato detto da molti scienziati, filosofi e psicologi che in controtendenza hanno fatto ricerche e scoperte sulla fisiologia, la psiche e il comportamento umano.

Prendo a prestito dati oggettivi e teorie che spiegano alcune cose per descrivere la nostra vita.

Se vuoi però ti scrivo dei Puffi di cui sono una vera autorità mondiale.

Mi sembra invece che un confronto aperto e su basi logiche e non emotive possa aiutare tutti ad aggiungere un piccola porzione di luce alla tenebra della nostra ignoranza.
Quanto alle sagre del prosciutto ben vengano se però non si fermano alla cottura della porchetta.

La tua reazione sembra quella di una persona punta nel vivo.
Non è strano?

Vanessa Valentine ha detto...

Oggggesù, Visir, trovati una morosa e fai di tutto per tenertela, ti prego.....

Visir ha detto...

Grazie del consiglio, in fondo con una buona trombata e una bella mangiata passa tutto.
Resto perplesso su come impegnare le 21 ore che restano della giornata.
Magari vado al cinema, danno i Puffi in 3D, una metafora della vita che non posso perdere. :))))

spillo ha detto...

Sarò molto meno delicato di Valentina con lo spoiling, quindi chi non ha visto il film eviti di leggere qui sotto.

Premetto che sono sempre un po' imbranato con le trame, talvolta suscito l'ilarità dei presenti con domande molto naif, quindi mi perdonerai se la mia domanda è senza senso (potresti delicatamente suggerire il fatto che forse mi sono appisolato durante la proiezione...).
C'è una cosa che mi ronza in testa. I fratelli della antica leggenda sono quattro. I clan che si riuniscono per contentersi la mano di Merida sono tre. Il padre di Merida è re di un clan, e viene scelto da tutti gli altri clan come re "collettivo". Mordu si suppone che si sia trasformato in orso dopo aver subito una sconfitta: ma prima, aveva forse fondato il suo clan? Aveva già moglie e discendenti? Hai guardato bene il castello in rovina, abitato da Mordu? E' rotondo, in cima ad una parete a strapiombo, proprio come il castello di Merida. Insomma, non è che Merida discende... magari per parte di madre, visto che madre e figlia si assomigliano per orgoglio e carattere inflessibile?
O forse tutto ciò è talmente ovvio che non vale nemmeno la pena di sottolinearlo?

Vanessa Valentine ha detto...

Non passa tutto ma tutto si alleggerisce, sì, direi...
I Puffi mi paiono un'ottima soluzione. Se vuoi ho una dozzina di titoli in alternativa, anche.

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, la questione dell'orso era venuta in mente anche a me (in quanto a domande naif qui c'è un'altra campionessa...famosa per l'oscurità delle sue domande e l'incapacità di recepire le risposte altrui). Nella sceneggiatura c'è qualche buco che uno perde fuorviato dalla bellezza dei disegni, dalle musiche trascinanti e dal fatto che è si ingozzato di polpettine formaggio e jalapenos, probabilmente i gestori dei cinema sono d'accordo con gli sceneggiatori americani per fartele mangiare prima del film (o dopo) così la trama nel complesso ti sfugge, assorbita dai villi intestinali.
Tagliamo la testa all'orso: è il simbolo del capriccio umano di onnipotenza, tipico degli adolescenti. Così come Mordu voleva essere onnipotente, così anche Merida, solo che poi l'amore prevale...quanto bella è la scena di lei che protegge la madre con la spada? (spoiling oltraggioso, non lagnatevi, prendetevelo in dvd, a questo punto). Pianto tanto, come sempre. Ma non è a questo che servono le favole?
Interessante spunto, Spillo, come vedi quando cambiano i registi in corsa (e magari anche si tirano dietro gli sceneggiatori) la storia apre qualche breccia. Anche questo è il bello dei cartoni.
L'ho comunque adorato tutto, perché mi ha fatto piangere.:))))))

spillo ha detto...

Più che di una "sutura" dovuta al cambio di regia (che ignoravo, per altro), ho pensato ad una scelta. Che l'eroina sia esplicitamente l'altra faccia del "villain" è forse troppo per un film Disney, ma alludere discretamente a questa possibilità forse è possibile... alla fine il cerchio si chiude: la stirpe si redime uccidendo il lato oscuro che c'è in lei (l'anima del fratello, liberata dal fardello, sembra ringraziare).

Chi può dirlo? Ma le favole, oltre che far piangere, tessono un'ambigua rete di relazioni e significati che assomiglia tanto alla vita.

Vanessa Valentine ha detto...

E' vero, la natura umana ha il buio e la luce e per forza di cose tocca scegliere.
L'anima uscente dall'orso in effetti ringrazia, ci credo, un'eternità prigionieri dentro un orso iracondo e malmostoso, mezzo orbo, non deve essere facile da gestire.
La strega è forte, più che altro, è il destino che ti fa scegliere, in genere facendoti fare degli errori clamorosi. Ma è così che si va a vanti, in meglio, anche.
Non è solo una favoletta femminista, comunque. Il marchio Pixar di forza di gruppo e libertà individuale per fortuna non è scomparso del tutto.
L'anno prossimo torneranno quelli di Monsters & Co., ai tempi dell'università per mostri!!:))))))))))

Jenny ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Jenny ha detto...

Scusa ma...sbaglio o si era partiti con dei "pensierini" su un film-favola? Leggere questo blog, ovvero le sue espansioni, sta diventando sempre più impegnativo per la mia mente limitata: non c'è un limite ai commenti ?e soprattutto alla loro sensatezza?
per il resto...mi piacerebbe proprio godermi una serata al cine con questo film: that's all folks!!!

Vanessa Valentine ha detto...

Magnifica!
Hai ragione, vorrei cogliere l'occasione per invitare alcuni lettori e/o partecipanti a "striminzire" i commenti...o almeno a scrivere cose un po' diverse, almeno. Nespà, Visir??:)))))
Più che altro perché leggiamo l'inizio e le fine, come fanno i relatori all'università, con le tesi (non tutti, ma tanti sì). E per il resto spulciamo qualche parola random, tanto il senso è sempre più o meno quello.
E' per evitare la faticaccia a voi (è pur vero che esiste il copia /incolla da blog a blog, mi direte, e facciamo così presto)...lo dico per voi, leggiucchiamo, di solito, e poi saltiamo tutto il resto. Grassie.:)))))))
Comunque, cugina, se non riesci a vedertelo al cine poi il dvd te lo passo io, tanto me li compro tutti...
Ah, che bella giornata di sole settembrino, così fresca!!! Che piacere star dietro alle piante in terrazza, che piacere ronfare in letto con la Bagi:))))))))