martedì 21 ottobre 2014

Non è male essere un'insegnante

Mi sciroppo tutto il test de "La Buona Scuola", tutto sommato stimo sempre gli umani che si sbattono a creare test, oroscopi o attitudini nelle quali incasellare i disordinati come me.. ve lo dico, ragazzi, è inutile.
Se sapessi in quale scatolina collocarmi l'avrei già fatto da sola, ma questo canarino non ha fame di fette di mela o semini, vuole volare nel blu, suicidarsi nell'azzurro della libertà.
Stiamo aspettando sempre nella sala d'aspetto scolastica, scoprire se dormiremo nella stazione o all'addiaccio delle graduatorie aggiornate. Mah.
Disgraziatamente mi attacco ai pupetti in classe, vedo già gli alfa e i loro occhi attenti, i beta diligenti e i gamma contestatari e geniali, che convertirò in poeti beatnik e presidenti del consiglio futuri e migliori. O in geni della linguistica.
Spiego il potere del linguaggio, la sua elasticità, il dominio che ha sulle anime di chi lo accoglie come cardine. Chi sa parlare sa anche manipolare, nocchiero di navi che attraccano tutte sane e salve.
Stranamente, i piccoli maneggiano la retorica da consumati avvocati. Istintuali, meravigliosi, ingenui esseri scafati eppure gentili. Le mie piccole attinie ondeggiano curiose, ascoltano ogni sillaba anche se non sembra, gli occhietti letargici hanno un sussulto quando cito il film che amano, la pianta carnivora che li incuriosisce, un animale strano.
Un docente curioso di vita produce studenti curiosi di vita.
Chiedersi sempre perché.
Questo devono fare gli esseri umani, a undici anni come a quaranta.
Durante gli intervalli (due, con orario prolungato fino alle due, non è mostruoso, mi ingozzo di brioches e tramezzini), si avvicinano a me, quella nuova e bizzarra, mi fanno domande, con quei loro occhialini hipster, le maglie a righe, le felpe con i teschi. Poi all'improvviso sembrano andarsene, come se di te non gli interessasse più niente, ma è una finta; aspettano che tu sia di nuovo sola, senza nessuno intorno e tornano all'attacco, come squali pigri e sazi. In due, stavolta, maggiore coraggio. E ti fanno sorridere dolcemente, piccoli, perché vedi dentro di loro, in mezzo a tutti quei teschietti e ai leggings, ai loro bombardamenti ormonali, a tutta quella gran massa di leggiadri capelli che invidi a morte, invidi anche i brufoletti e l'imbranataggine perché tu, in tubino, giacca e stivali sei una mantide saggia che ruota appena la testa ma secca, secca.
Quella morbida capacità di inciampare non la proverai mai più.

2 commenti:

Gillipixel ha detto...

Stupendo Vale...voglio essere nella tua classe :-) sei la prof che ho sempre sognato...e in te rivedo tratti molto belli di vari e varie prof conosciuti nel corso della mia carriera da studente, che hanno avuto grande importanza per me...

Veramente la figura dell'insegnante è fondante per la personalità...è una follia che ci si renda conto così poco di questa verità...

Vanessa Valentine ha detto...

Ahahah, Gilli, magari una classe di blogger spiritosi e svegli...e probabilmente in inglese saresti bravo e non mi daresti pensieri..:)))))
Continuerò ad insegnare finché me ne daranno l'opportunità perché mi diverte e mi appassiona...e poi sarà quel che sarà (la mia filosofia cialtrona ormai la conoscete, eheh...) ;)))))