venerdì 31 luglio 2009

Se un pomeriggio d'estate due gattine





L'estate sa essere anche una stagione cattiva, si sa. Quando la gente butta le proprie vite grame nei valigioni, insieme a costumi già stretti, ciabatte smangiate dalle salsedini trascorse, il giallo d'obbligo che lasceranno accartocciare dall'umido notturno dimenticandolo su sdraio e terrazze, troppo presi da frenesie passeggere e mojiti annacquati...beh, di solito la gente ha fretta, d'estate. Ha fretta di partire e di cambiare serpentescamente pelle per un breve momento, per raccontare alla vicina delle vacanze e farla ciccare, lei che ha scelto il trendissimo staycation, ovvero la vacanza a casa complice l'assenza totale di pecunia. E naturalmente rosica.
E chi parte molla gli ormeggi e la zavorra, portandosi dietro l'indispensabile: i figli, la nonna con l'artrosi, la suocera che si lagna dell'anca matta e fa la maglia come un'ossessa sotto l'implacabile solleone, svoltolando metri e metri di sciarpa celestina/rosa/gialletta. Però, è ovvio, mica si può portare dietro il cagnetto un po' bisbetico per via del caldo, in albergo mica ce li vogliono, i cani, ci saranno di sicuro le spiagge dove gli esagerati fanno le vacanze con gli animali che amano, ma che balle, vuoi che mi metta a cercarle adesso, saranno quattro posti in tutta Italia, e sfigati, per giunta, mica i posti fichi dove possiamo vederci il calciatore che si rosola al tavolo da quattromila svanziche al quarto d'ora, in compagnia della vincitrice di "Amici" o della tettona discotecara che si è fidanzata col vincitore del "Grande Fratello" ungherese...questi sono i posti che voglio, e ci andrò, costi quel che costi. E se il bimbo frigna perché abbiamo mollato il dannato botolo pulcioso al casello di Spaparanzano, raso raso all'autostrada, senz'acqua e cibo sotto un sole da 36° che ti cucina anche le ossa, beh, chi se ne sbatte? Non mi era mai piaciuto quel dannato cane, l'avevo preso solo perché quell'idiota di mio cognato c'ha il cuore tenero e mi diceva che sarebbe rimasto piccolo di taglia, pulito, non si sarebbe mai mosso dal terrazzino, avrebbe mangiato gli avanzi e non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di portarlo a fare le passeggiate perché tanto un mq di spazio era più che sufficiente perché facesse moto...e comunque ormai l'ho mollato lì, mica posso tornare indietro, così qualche stracciamarroni di animalista mi prende la targa e poi sai la multa che mi prendo. E' andata come doveva andare, dai, pensiamo solo alla vacanza.
Quanta gente ragiona così, d'estate? Parecchia, a giudicare dalle cronache sugli abbandoni di animali, cani e gatti.
Però.
Domenica sera, la mia chiacchierata serale con la Mama. Le solite cose, le gambe che male mi fanno, i pomodori quest'anno non sono tanto belli, sì, un fungo, sembra, rovinati ormai mi sa, sì sì. Invece aglio e peperoni, una bellezza. Grossi così. Te ne dò un po' quando vieni. Ah, già, e poi hanno mollato un paio di gattini, oggi pomeriggio, ero lì con la Mirella quando vedo prima uno, nero, e poi l'altro, soriano. Piccoli!, ma vedessi che magri.
E io le ho detto, e adesso che fai?, e lei mi ha detto, io me li tengo, non li porto là sulla Romea, li buttano in una gabbia e ciao. Meglio che restino qua, c'è tanto spazio, no? Mangiare ce n'è. La Gilda si adatterà, la coccoleremo di più.
E in quel momento mi è venuto un groppone in gola di commozione, ma così intenso, che non sono più stata in grado di dire niente. Ed ho semplicemente pensato a quanto splendida è questa donna, quanto generosa, e gentile, e sempre pronta a levare le castagne dal fuoco a tutti, compresi quegli stronzoni che avevano abbandonato i gattini. Lei ha fatto l'unica cosa che andava fatta, e fine. Poi ha fatto finta di niente, sentendo la mia voce tremolosa, ed ha cambiato discorso. Mi ha solo detto, vieni qua in settimana, così gli dai un nome.
Per la cronaca, sono due femmine, e visto che i gatti hanno molti nomi, uno dato dai padroni, e molti altri segreti che conoscono solo loro, io vi presento Daphne e Josephine ("A qualcuno piace caldo" è uno dei miei film preferiti...).
Daphne è quella nera, anche i baffi sono corvini, e gli occhi due topazi. Altri nomi adatti: Lucifera, Tizzone d'Inferno, Thelma.
Josephine, o Dharma, è la soriana, nata con la coda da persiano ma malformata, finisce in un ricciolino d'osso che si sente appena, sotto il pelo. Avrà problemi nella vita, con l'equilibrio, forse. E proprio per questo mi è infinitamente cara, ancora di più. Perché quando mi sono avvicinata per darle uno sbaciucchio lei mi ha fatto una carezza con la zampina, sul viso. Ed era la prima volta che mi vedeva. Gatti speciali, come direbbe Doris Lessing.
Sono i gatti a trovarti, io penso, sono loro che poi sapranno mostrarti la strada.
E per tutti quelli che li "smarriscono" volontariamente (loro e i cagnetti, ovvio, e tutti gli altri animali che nella loro ottica perversa sono impicci di cui liberarsi) ho un pensierino finale: spero ardentemente che il regno animale trovi il modo adeguato di punirvi.
Il karma vi può essere indifferente, non ne dubito. Ma ha un'alta autostima, e ottima memoria. Ricordatevene, è meglio, tutte le volte che abbandonate un essere vivente.
Anche il karma è vivo, e vi trova. Sempre.

5 commenti:

Gillipixel ha detto...

ho finito di leggere con i sluccicotti agli occhi, Vale...meraviglia delle meraviglie: una delle mie scrittrici preferite che parla delle mie bestioline preferite :-)
e il senso di bellezza che mi ha dato pensare che quelle due micine sono capitate in un posto così fortunato, sotto le cure amorevoli della Mama e tue...bellissimo...grazie per questo racconto stupendo e per le foto tenerissime :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Meno male che tanti amano i mici, Gilli! Noi dobbiamo bilanciare anche per tutti quelli che non ne vogliono nemmeno sentir parlare...sono creature meravigliose, e sanno amarti per tutta la vita, di amore vero...
Grazie per avermi eletta anche a "scrittrice"! Ma io, arrossendo ritrosa e modesta, mi considero solo una cialtroncina che ama leggere e scrivere...;)))))
E che si diverte a farlo!

Visir ha detto...

Si cerca di cambiar pelle, d'estate e dietro la scogliera dell'abbronzatura siamo sempre noi stessi. Al traguardo della "fine vacanza" ci aspetta la routine che ci siamo scelti o peggio trovati.

L'abbandono degli animali è un atto vile, se non altro perchè non possono difendersi.
L'uomo(?) abbandona però ogni cosa, quando non gli è più utile o, volendo essere buoni, così si comporta la maggior parte dell'umanità.
Si abbandonano gli amori, gli amici, i coniugi a volte perfino i figli.
Tutto è sacrificato in nome dell'egoismo che è cieco, che non ha memoria ed ha sempre fame.
Un mostro che divora ogni cosa e non c’è da stupirsi che poi ognuno si senta solo.

Mi ricorda quel animale a due teste. Una di queste mangiava sempre, mentre l'altra digiunava covando il rancore, così un giorno consigliò alla testa insaziabile di mangiare un’erba saporita.
Naturalmente era un'erba velenosa.
Entrambe così morirono.
Questa è la nostra vita nel momento in cui dimentichiamo che siamo tutti collegati ad un solo corpo.

Vanessa Valentine ha detto...

Visir, sono totalmente con te, l'egoismo è davvero la malattia più letale dei nostri tempi. Usare e gettare persone, animali, ambiente come se non ci fosse un domani o noi fossimo entità assolute e padrone dell'universo è un errore che pagheremo a caro prezzo.
Mi sa che ce ne rendiamo conto in pochi.
Facciamo davvero parte di un Corpo solo, che amiamo troppo poco. Se ci ammaliamo tutti, niente si salverà.

Visir ha detto...

Sai com'è a volte per essere profeti basta essere solo pessimisti. :)

Una volta ho letto un proverbio arabo che trovo bellissimo e diceva: "Spazza davanti alla tua porta e il mondo sarà pulito".
Non aggiungo altro...Per oggi basta e avanza.