giovedì 10 febbraio 2011

Letture e ronf ronf (tanto per non farci mancare niente)

La mente è un po' distratta di questi tempi e quindi si scrivono meno baggianatine.
Mi riprometto di scrivere cose assolutamente stupide e improponibili tra qualche tempo, giusto per non farci mancare niente.
Unica nota positiva, oggi in macchina il sole picchiava così sodo che mi son dovuta levare il maglione e girare con mezzo finestrino aperto, mentre tornavo dall'esperienza traumatica di guidare in centro a Padova (orrore, ogni volta gli esseri umani perdono mezzo kg per la paura, a occhio), in mezzo alla rotonda uno dietro mi ha suonato e io l'ho mandato a fare roba con la sua amia (trad.: zia), accompagnando il tutto da un gesto eloquente benché molto elegante della mia affusolata mano destra.
Vuoi mettere che bello correre per le stradine di campagna, superando qualche trattore col contadino che mi fa ciao? Cittadini isterici.
Il Boss Valentine mi ha prestato "Bianco Americano", un giallo di Stephen L. Carter, uno scrittore afroamericano che racconta sempre di delitti in esclusive comunità con problematiche legate al razzismo, alla cultura e ad un sacco di altre robe. A me i suoi gialli piacciono, mio padre li trova lenti come la morte e li molla a metà (o da buon Capricorno li finisce lo stesso, buttandoli giù come le medicine), invece io gradisco lo humour che lui ci mette e le ambientazioni, molto gradevoli. E' un bel mattoncione che alterno agli altri che ho iniziato e che finisco un pezzetto alla volta, leggendone al solito una decina in contemporanea. Quando vedo che ne ho abbandonato uno per troppo tempo e quel libro frigna sul mio comodino perché lo trascuro, allora lo riprendo in braccio, lo cullo e me lo porto castamente in branda.
Adoro leggere a letto.
Come l'altra sera.
Fuori c'era una nebbia perniciosa, non vedevo la palazzina di fronte. Era tutto ovatta bagnata, silenzioso, decisamente inquietante.
Mi sono tuffata sotto la trapuntona, con un paio di cuscini sotto la testa...comoda comoda, consapevole che oltre la persiana e il vetro c'era un mondo freddo, ostile e oscuro, e io ero in una tanuccia calda e al sicuro. Da buon animale, è stato un momento godibilissimo. Mi sono sentita come lo scoiattolo con un mucchio di noci e ghiande nella dispensa, come l'orsetto che consuma lento il grasso accumulato, il gatto che ronfa sereno accanto al fuoco, col pelo liscio e caldo e asciutto, il cane sul tappeto, a sognare le ossa da disseppellire a primavera...E' così bello ricordarsi quanto si è animali, il più delle volte.
Comunque ero lì che leggevo e me ne stavo nel New England insieme alla famiglia della protagonista. Sento ad un certo punto "oooooouuuuuuiiiii" e penso, caspita che rumori mi fa lo stomaco stasera, speriamo che quella pasta della quiche fosse fresca. Oh, beh.
Dopo un altro po', oooooouuuuuuiiiiiii, e mi sono fermata (ero in realtà già abbastanza immobile, ho trattenuto panza e respiro, diciamo) e ho pensato, osteria, ma non è lo stomaco, allora. E che è???
E poi, a intervalli regolari, ooooouuuuuuiiiii, ooooouuuuuiiii, ooooouuuuuuiiiiii...e poteva essere solo il verso di un animale, per forza. Veniva da sopra la mia testa, oltre le travi.
E cosa sta su di un tetto di notte a fare oooouuuuiiiiii? Mi sa che era un gufetto.
Se qualcuno se ne intende di ornitologia, batta un colpo. Ho un bel libro sugli uccelli ma è in finlandese, i disegni sono chiari e belli ma il testo meno.
Il gufo mi piace. La gente si toccava le parti tenerine quando lo sentiva perché, dice una mia zia, se uno era sveglio di notte e lo sentiva cantare voleva dire che era sveglio per motivi poco piacevoli (veglie, malattie, e via pregando), ma il gufo non aveva colpe. Andava a caccia di topini e si faceva gli affaracci suoi.
Il gufetto incrementava l'atmosfera. Chissà se si rifarà vivo. Ad un certo punto ho chiuso il libro e mi sono messa a ronfare. Non ho sentito più niente.
A Poultryville non manca niente, ci sono perfino i gufetti!
Che posto adorabile.

6 commenti:

Gillipixel ha detto...

Meraviglia, Vale :-) Queste piccole cronache da Poultryville sono una delizia :-) Il tuo parallelo con gli animaletti nella tana è molto evocativo...

Leggere è una delle "tre" cose fondamentali ed assolutamente stupende che si possono fare a letto (e solamente per una delle tre, bisogna essere in due...ehehehehe :-)

Mi sembra che ce lo eravamo già detti, ma ribadisco: anche io leggo più libri in simultanea :-)
Mi dà più l'idea della scorpacciata letteraria :-) e poi non potrei fare altrimenti, perchè la voracità libresca mi sopraffà ogni volta...o sòpraffa?...:-)

Questa cosa delle superstizioni verso certe bestiole, se rimane in ambiti innocui, può andare bene come curiosità, come rimasuglio di tradizioni e credenze del passato...ma se diventa fonte di discriminazione per certi ignari ed incolpevoli amici animali, la condanno senza esitazione...

E poi, mi conforta un sacco sapere che anche tu sacramenti gli altri automobilisti :-)
Allora è lecito anche per i pigri... :-)

spillo ha detto...

"Upupa, ilare uccello calunniato dai poeti", diceva Montale... comunque non si trattava di un'upupa, perché è migratrice e arriverà tra un po'. Tornando ai rapaci notturni, il più comune è l'allocco, e il suo verso fa effettivamente accapponare la pelle:

http://www.owlpages.com/sounds/Strix-aluco-1.mp3

il gufo: hai presente la scena della "bella addormentata nel bosco" (cito a memoria), dove lei dice "ho conosciuto un principe" e il gufo chiede "Who? Who?"... ecco, è proprio così:

http://www.owlpages.com/sounds/Asio-otus-1.mp3

On-line puoi trovare molte cose, spesso non impeccabili. Qui ci sono i rapaci notturni:

http://www.owlpages.com/sounds.php

se ti va di cercare i più comuni in Italia sono:

Strix aluco - allocco
Athene noctua - civetta
Asio otus - gufo comune
Otus scops - assiolo
Aegolius funereus -civetta capogrosso
Tyto alba - barbagianni

Chiunque abbia provato ad imparare i canti degli uccelli, sa che c'è da perdersi o disperarsi: varietà, variabilità tra individui, poi ogni specie ha più canti e richiami, e alcune specie poi sono imitatrici (che burlone!).

Ti auguro di vederlo, qualche volta, questo rapace notturno... sono bellissimi, hanno un volo potente, sicuro e silenzioso. Sono "graziosi" ma anche terribili, a modo loro. Qui puoi vedere un gufo reale - mica male lo sguardo, eh?

http://www.youtube.com/watch?v=LA6XSrM0V_0

Vanessa Valentine ha detto...

Ma certo che è lecito, Gilli! ci mancherebbe, anzi...;))))
Sentirsi animaletti è per me bellissimo, un vero dono, specie d'inverno. Ok essere umani, ma a volte è bello sbracare e correre in tondo come i cani, aiuta a vedere tutto in una giusta prospettiva.
Trattare male certi animali per via delle superstizioni è poi, ovviamente, umano e cattivo (come solo gli umani sanno essere, il più delle volte). Sono contrarissima, chiaro.
Sulla lettura a letto bisognerebbe fondare un partito. Serio, però.:))))))))))
E' un'adorabile, rilassante attività.
Grandiosa!

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, grazie! tu sì che ne sai un sacco sugli animaletti, faccio tesoro di tutti i link che mi/ci hai suggerito.:)))))
I rapaci sono davvero creature bellissime e temibili, saranno i loro occhi così intelligenti e determinati...hanno sempre l'aria di dire "levati di torno, o ti faccio a tocchetti!", uno si sente un po' intimidito. Non è come, per dire, quando ti guarda un cagnolino. I gatti anche hanno uno sguardo indagatore, ma io penso sia perché in realtà stanno leggendo la nostra mente e si annoiano subito, per questo girano le zampe e ci piantano lì da soli.
(PS: quando ne "La Bella Addormentata" il gufo dice "who?who?" io rido ogni volta, è una battuta così ingenua eppure deliziosa...)
(PPS: è anche la mia fiaba preferita.)

spillo ha detto...

Valentina, vedo che oggi compi gli anni in cifra tonda, varchi la famigerata soglia - lo vedi che il gufo era presagio di sventura? :)
No, scherzo, auguri!
Ahimè, non "ne so un sacco sugli animaletti", sono solo un appassionato, anzi un innamorato della "natura" e dei suoi abitanti. Quando sono di cattivo umore e avrei voglia di "chiudermi nell'armadio" anch'io, guardo fuori dalla finestra e mi dico: "non sono vergognosamente fortunato ad essere stato catapultato su questa briciola dell'universo, dove ogni centimetro brulica di vita bella, fantasiosa, straripante e pazzesca?"

Vanessa Valentine ha detto...

Spillo, quando l'animaletto sul tetto ha "gufato" (prendiamolo per buono) ho pensato pure io, 'acchio, proprio adesso..e ci ritroviamo, anche se per un breve momento, schiavi delle superstizioni. In realtà io gli ho mandato un bacetto e gli ho detto buona nanna, quindi mi sento la coscienza a posto...:))))))))
grazie per gli auguri, 40 è comunque un bel numero tondo, ho già scritto che adoro il 4 e siamo a posto anche con questo.
La natura, come dici con parole sacrosante, è una consolazione immensa, forse l'unica materica e tangibile, per chi crede nella scienza prova dell'immensa forza vitale e misteriosa che muove tutto, per i credenti un riuscito progettino divino...comunque la si pensi, perdersi in un bosco, in un prato o in un piccolo giardino è la sensata azione dell'essere umano intelligente che dovrebbe dire solo grazie davanti a tanta gratuita gioia.:)))))))))