giovedì 10 novembre 2011

Crisantemi

I cimiteri in novembre sono scintillanti distese di giallo, bianco e violetto. Almeno questa è l'impressione.
Andiamo a cambiare l'acqua ai fiori, è un mattino tiepido e generoso, la vita dei vivi è abitudinaria e compiaciuta, quella dei morti sedentaria e sospesa, per forza.
Vado a trovare i miei nonni che ormai si fanno compagnia a breve distanza, tutti e quattro, in più visito le tombe di signore che mi hanno vista crescere, di conoscenti dei miei che mi osservano sorridenti o seriosi in quella che è l'ultima immagina che la retina registra, la mia e quella dei loro figli e parenti, ogni volta che li vanno a trovare.
Quello che mi sorprende sono le dimensioni del cimitero, una città, in pratica. E ci sono nuovi appezzamenti pronti, un pratone per le sepolture in terra e tanti loculetti quadrati, precisini come un archivio, nuovi nuovi. Il genere di pensiero che ti fa fare glom con la gola.
La morte.
Il Grande Rimosso, il toccaferro, le corna, la strizzatina. Come se bastasse, per proteggerci.
Pensiero Magico, finirai mai di avere tanto ascendente su di noi?
E' sempre, fondamentalmente, un problema dei vivi.
Come gestirla, come sopportarla (non succede).
Le religioni ci provano, con fortune alterne. Ormai la foglia l'abbiamo mangiata.
Il marmo ci piace così tanto, da vivi, nelle nostre case, è così prestigioso.
Alcune tombe hanno sopra un marmo così spettacolare che non sfigurerebbe in un salone di Las Vegas. Ori, bronzi, foto durature di coniugi imbronciati, una tristezza profonda che accoltella il vivo, lo fa sospirare di dolore e di sollievo.
L'umanità ha creato il culto dei morti per togliersi un peso dal cuore. "E' in paradiso "(un giardino, un bel posto verde e tranquillo, la soluzione più logica per pensionare l'anima). O Dio ha creato noi o è stato il contrario, chiaramente senza prove le versioni sono buone tutte e due. Il pensiero del distacco è così tremendo che pensiamo subito ad altro, concentriamo la nostra ondivaga attenzione sul lavoro da fare, sulla gente da vedere, anche la scopa e la paletta per raccattare i fiori morti sono le benvenute.
Per fortuna la Mama ciacola senza sosta.
Eeh, sono io in prima linea, adesso, poco da fare.
La figlia, in queste situazioni, stempera facendo l'ebete, al solito.
Perché in realtà il semplice pensiero è una coltellata alla gola. Come se l'anima infartasse, dolorosamente, senza defibrillatore in vista.
Perché, ne sei orrendamente consapevole, in questa faccenda conti come il due di coppe.
I vivi toccano le fotografie dei defunti, all'inizio, per salutarli, facendosi il segno della croce. E ovviamente alla fine, quando vai via, quando torni alla macchina, ai cipressi, al pranzo e alle rotture.
Quando le dimensioni si separano, di nuovo, quando l'acqua e l'olio tornano distinti, coabitanti ma separati.
Cerco sempre di restare serena e distaccata, perché mi capita di piangere di fronte alla tomba di uno che non conosco. Semplicemente perché ha una certa ombra nello sguardo, in foto, come se se la sentisse, che la fregatura era in arrivo, e non ci potesse fare niente.
La Mama è un giudice piuttosto severo, circa le foto.
I miei nonni paterni, mancati nel 1980, sono vestiti bene, nonno Dario ha l'abito scuro e la cravatta, il piglio serio, lui che prendeva per i fondelli il mondo. Nonna Olga ha quella faccina che hanno spesso le vecchiette, le rughe che prendono in giro il destino, malgrado tutto, gentile ed educata, buona ai limiti della molestia.
Nonno Antonio era un tipo tranquillo e defilato, amava stare per conto suo e le sigarette, non ricordo molto di lui, purtroppo. E Nonna Giuditta...dopo anni, il dolore è ancora una fossa aperta, profonda. In foto guarda a sinistra, mezza sorridente, i capelli bianchi, in giardino. Ha quel tipo di sguardo che ha visto tutto e sorride lo stesso. Già sideralmente lontana da noi, eppure sappiamo che siede ancora accanto al caminetto, e ride quando la facciamo ridere.
La Mama fa un ikebana nuovo con i fiori, sfalcia i tristi gladioli appassiti, ripulisce i gambotti dei rutilanti gigli viola, belli anche se luttuosi, sprimaccia i crisantemi perplessi e pesanti di piogge vecchie. Restiamo ammirate a guardare quelli di una tomba vicina, crisantemi leonini e ciccioni, tutti tondi e color crema.
Lei dice, non voglio foto tristi, sia chiaro. Ne voglio una bella, in giardino, con i fiori in mano, o con i gatti. Io al solito svicolo e propongo un servizio fotografico, così può scegliere. Lei approva. Quel che mi terrorizza è che sembra seria. Il cielo è azzurro cupo e mi manca l'aria.
A vederla spazzare per terra come se volesse ripulire l'intero cimitero provo quasi pietà per la Morte.
E' mezzogiorno, suonato da un pezzo, il Boss Valentine aspetta la telefonata di conferma "Houston, butta la pasta".
Ce ne andiamo con la flemma che ci è propria, non prima di essere rimaste incantate ad ascoltare il ronzio di un milione di api che girano in tondo attorno ad un alberello, carico di fiori. Vedo anche farfalle, le ali distese al sole, effimere ma non meno ottimiste, lì a crogiolarsi. La Mama dice che l'albero è un nocciolo giapponese, a volte dubito delle sue cognizioni botaniche ma sinceramente chi se ne frega, è uno spettacolo, vedere tutto quell'andirivieni.

9 commenti:

Gillipixel ha detto...

Bellissimo racconto, Vale...mi riservo di fare magari un commento più articolato in seguito, ma per il momento volevo solo dirti che l'ho letto, e l'ho trovato pieno di anima, come sempre le tua cose...a volte si può commentare anche senza dire nulla di che, credo...fai conto che fossimo in un gruppo di amici attorno al camino e io ero uno di quelli che si è un po' commosso sentendoti raccontare, pur rimanendo in silenzio :-)

Hob03 ha detto...

io ho il gusto macabro dei cimiteri: mi piace visitarli, mi piace passeggiarci, mi piace guardare le foto dei defunti; mi piace la calma che c'è e il senso di profondo rispetto che si percepisce ad ogni passo...ha descritto meravigliosamente le sensazioni di dolore e nostalgia

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Gilli, sono contenta che il post ti sia piaciuto, mi sono commossa pure io a scriverlo...direi che la commozione è l'unica maniera sensata di gestire il lutto.
Che bella l'immagine del camino...si capisce che mi piace tanto, vero?:)))))

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Hob!:))))) Confesso che quando sono in vacanza da qualche parte una capatina al cimitero locale è d'obbligo: per i cognomi del posto, per l'atmosfera, perché se vuoi conoscere davvero la gente devi vederla in tutte le circostanze più difficili e complesse.
Sono posti tranquilli e silenziosi, la pace mi piace tantissimo, si riflette senza fretta, si scambiano quattro chiacchiere con le signore che portano i fiori ai loro cari...è uno di quei momenti in cui l'umanità si dimostra.:)

ross ha detto...

Ho trovato all slunga dei bellissimi fiori gialli, in supersvendita. Adoro i fiori , il mio giardino .vedessi. li ho messi davanti all ingresso di casa ben in vista. un" amica è venuta a farmi visita . ho scoperto che sono crisantemi.Per me porta bene .

Vanessa Valentine ha detto...

Sì, Ross, subito dopo il 2 i crisantemi li danno via come se piovessero. Quest'anno, poi, hanno deto che col tempo si sono fatti tutti prima e li svendevano (anche per la crisi?mah).
Pure mia zia ha fatto incetta.
I giapponesi li mettono dappertutto...e ce ne sono tante varietà, molto belle e raffinate. E' un bel fiore, mal giudicato.:)
E il giallo è sempre un colore grandioso.

Anonimo ha detto...

Avevo scritto anch'io qualcosa sui cimiteri, tempo fa. Bel post, come spesso accade da queste parti, e i tuoi passaggi dal generale al particolare aprono sempre squarci di intimità raccontata sinceramente. Se ti interessa il tema, c'è il libro forse più famoso di Philippe Ariès, Storia della morte in Occidente.

Vanessa Valentine ha detto...

Grazie, Soglia!
L'argomento è sempre spinosetto ma i cimiteri fanno giustamente riflettere. E' normale poi pensare all'esperienza privata, magari comparandola a tutto il resto.
Quando ero più ragazzetta i cimiteri non mi colpivano come fanno adesso...proprio perché fin che sei giovane la Morte non la consideri affatto (spesso è un gran brutto errore di calcolo). Diciamo che sei più fatalista, e anche più sano...
Il libro che mi segnali suona bene, ne prendo nota.:))))
E' sempre bello vederti in queste lande!;)

Anonimo ha detto...

Grazie. Anche se non commento sempre ti leggo eh.