domenica 13 novembre 2011

Sospesa

E' una sensazione istantanea, come capita sempre con quelle buone, generose, illuminanti.
Il conforto di un pomeriggio a casa, il cielo si rabbuia in fretta, le campane di Poultryville richiamano le pecorelle per la messa della sera.
La pila di cose da leggere nel pomeriggio si è fatta via via più sottile, mi sono gustata il romanzo di McCall Smith, "Pratiche applicazioni di un dilemma filosofico" (e con la Magnifica si dissertava, perché non lasciare il bel titolo originale, "The Comfort of Saturdays"?, il titolo italiano sembra pallosino, da saggio impegnato, giustamente per i filosofi che cercano impegno...).
La comodità dei sabati, anche, il benessere dei sabati...il sabato è un giorno magico, è ancora in grado di dare speranza e risolvere, Sorella Domenica è una bella donna apprensiva, teme che tutti i treni siano già passati. In realtà, se li sai prendere, i treni non smettono mai di arrivare.
Guinness dorme, nerissima, sul fondo nero del vecchio tappeto Ikea. Ci si accorge della sua mimetica presenza solo perché interrompe le onde grigio scuro che si srotolano, intestine, sul fondo. Il pelo riluce, la sua calma luce interiore appagata.
Resto col giornale aperto, l'ennesimo articolo che mi fa brillare gli occhi, Charlotte Rampling, vecchia e indomita, splendidamente vecchia e forte, sana, erotica.
Gli occhi da felino brillano ancora e sempre.
Il viso di una vita riconoscibile, sotto le rughe, suo, nostro, noto. Niente patetici mascheroni rigonfi di giovinezza fasulla e chimica, il tempo sogghigna, pensavi di ingannarmi?
La campana mi interrompe ancora nel pensiero, batte lenta e determinata il suo vivere metallico, serena nel suo campanile.
Che bei rintocchi nitidi. Tanti, continui, come i minuti delle vite sotto di lei. Onde concentriche che mi arrivano, educate e composte, fino all'ultima vibrazione, quella finale, quella che muore educatamente come è vissuta. Si perde distratta nella nebbiolina della sera, piegando la testa, come se ascoltasse qualcosa.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La comodità dei sabati, e il tedio domenicale, come cantavano i CCCP... Io ho passato il sabato pomeriggio in divano a guardare Spartacus di Kubrick.

Vanessa Valentine ha detto...

Che McCall Smith si sia ispirato ai CCCP??:0
Questa sì che sarebbe una notiziona...:))))))
Ti confesso che l'ideale per me sarebbe passare ALMENO uno dei due pomeriggi festivi completamente stravaccata in divano, senza un impegno, senza pensieri su cosa fare per la serata, senza dovermi mettere in tiro...sarà un'avvisaglia di vecchiaia, lo ammetto. Vedersi un bel film di sabato pomeriggio è un piacere raro (anche di domenica, va').
A volte ti senti talmente bene e rilassato che i vicini ti suonano e dicono, abbiamo visto la luce accesa, rompiamo? Beh, è come se l'avessero sentito telepaticamente, il tuo snanararti comodoso e lo volessero condividere. A quel punto, comunque, stai bene lo stesso...
Fai un Irish Coffee per tutti, meglio di così!:))))))))

Gillipixel ha detto...

Vale, la presenza di Guinnes nei tuoi racconti di vita quotidiana sta diventando una nota felina felicissima :-) adoro già quella micina, come adoro il sabato e il tuo modo di scrivere :-)

I giorni li possiamo vedere come le diverse parti del corpo...cambiano attraverso la nostra consapevolezza e si rinnovano nella nostra visione di noi stessi...il cerchio composto di desiderio, appagamento, noia e poi di nuovo desiderio, gira e rigira, rinnovandosi sempre...

Il lunedì è un piede o un braccio che faticano...il martedì è una mano che stringe...il mercoledì è un naso che odora...il giovedì, una lingua che assapora...il venerdì, due labbra che baciano...il sabato è un seno morbido e ubertoso :-)...la domenica, un sorriso rovesciato :-)

Vanessa Valentine ha detto...

Vero, Gilli, la domenica è un sorriso rovesciato...:)))
per tutte le altre descizioni, ci hai preso in pieno!;)

Squilibrato ha detto...

Ci facciamo un goccio?
Io devo farmene un altro, se ti va ci facciamo compagnia.

Vanessa Valentine ha detto...

One for the road, Squilibrato, come dicono gli inglesi. Il bicchiere della staffa. E c'è una canzone irlandese molto bella (c'è anche la versione scozzese) che si intitola "The Parting Glass".
Un virtuale goccio insieme tra blogger per festeggiare l'accidia dei sabati?:))))))))

Squilibrato ha detto...

volentieri!!