martedì 18 settembre 2012

Compulsioni


Ci sono dei momenti in cui dici, beh, forse sono anch'io un po' così.
Con la mia tendenza all'accumulo, allo stipamento forsennato nei cassetti e nell'armadio, alle librerie zeppe di libri, ai mucchi di riviste alte un metro (perché non ho mai tempo di leggerle)...però, però, forse non sono un caso così grave.
Alla mattina, mentre faccio i piatti (la lavastoviglie è ancora morta, ne dovrei prendere una, in effetti) metto sul solito Real Time e guardo le repliche di "Sepolti in casa".
Del disturbo da accumulo compulsivo non sapevo niente (anche se sospettavo qualcosa guardando la mia camera), per la prima volta ne ho sentito parlare in CSI, quando la solita squadra di patologi va in casa di una donna e sotto i mucchi di roba trovano un cadavere...quando si dice il casino. Se non mi ricordo male ne trovavano anche un altro, e da lì partiva tutto il giallo.
Se siete stomaci delicati è meglio se lasciate perdere la visione, specialmente se fate colazione guardando la tivù. Mamma mia.
Come tutti i disturbi che toccano la sfera psicologica, si inizia con un elemento scatenante: in genere è un divorzio, un marito che se ne va (o una moglie). Ti fanno vedere la foto di una famiglia felice con lei sorridente e col pupo in braccio, poi brusca cesura e ti dicono che il marito ha deciso di rifarsi una vita da un'altra parte e lei è andata in pezzi. Poveraccia.
Le è sempre piaciuto comprare le cose (e a chi non piace, dico io) solo che la perdita della stabilità, il fatto che si è ritrovata sola, magari con i figli da gestire, hanno fatto saltare i tappi. L'accumulatrice media (il disturbo è prevalentemente femminile, ho visto finora solo un uomo, divorziato anche lui) raccoglie di tutto e non butta via niente. Dai vestiti alla roba presa dai cassonetti.
Ci sono donne più metodiche che inscatolano tutto e creano colonnati di pile di roba addossate alle pareti, con uno stretto corridoio per il passaggio, costantemente minacciato dal crollo. Ci sono quelle, invece, che buttano un mezzo metro di paccottiglia generica per terra creando stratificazioni di oggetti come la roccia nelle ere geologiche, un po' alla volta si pressa tutto, perché si deteriora o si decompone. Si cammina su di un tappeto di robaccia, si dorme, si mangia in mezzo alla spazzatura.
Al di là dello sporco, dell'odore e dell'infestazione di svariati parassiti (tutti, dalle blatte ai topi, in quantità fantascientifica), la desolazione delle vite umane è la cosa forse peggiore. Un cervello medio non ci crede, semplicemente. E' pur vero che, come dice mia madre, lo sporco di casa propria uno non lo vede nemmeno, è uno sporco domestico, che non ci uccide (il che è parzialmente vero, in piccole quantità ci abbiamo fatto gli anticorpi...pensate solo ai miliardi di acari che passeggiano su di voi, ognuno specializzato a stare in una diversa parte del corpo. E vi fate una doccia al giorno). Se troviamo delle briciole di pane nel cassetto pensiamo, oh, beh, domani pulisco.
E' il nostro territorio, in fin dei conti, e facciamo di tutto per conservarlo così com'è. E' appunto lo stesso meccanismo malato di chi non può più cucinare perché il fornello è invaso da pentole sporche, oggetti vecchi e rotti, il frigo pieno di cibo marcio e il lavandino con l'acqua putrida dentro.
Scene da film horror.
Alcune persone si rendono conto di avere un problema, ma sanno di non potercela fare da sole. Altre, come spesso fa l'essere umano, rimuovono. No, è tutto ok, sto bene.
Ah, e ci sono anche dei figli. Uno pensa, almeno per salvaguardare la progenie, uno tiene sano l'ambiente. E invece no. I bambini gattonano sulla mezza metrata di vestiti vecchi, tanfosi; poi, i gatti si rintanano lontano dalla lettiera a rischio biologico, i cani si rifiutano di mangiare le crocchette infestate. Gli animali sono puliti, lo dico per tutti quelli che non ne vogliono neanche sentire l'odore, se ben tenuti ed accuditi sono molto più sani di tante cose che assumete, mangiate o indossate. Ricordatevelo.
Se ci sono dei figli adulti, non possono fare niente. Perché uno, poi, dice ad alta voce: ma cacchio!, se la casa è lurida, butta via e pulisci, figlio pigro e culone, fallito! Sembra facile. Gli accumulatori, se inizi a buttare tutte le cose che costituiscono una sicura estensione di loro stessi, l'unica parte che non li abbandonerà andandosene sulle sue gambe, sclerano. Letteralmente. O piangono, gettando nella disperazioni i figli, che vedono la disperazione della madre. Non se ne esce.
Per fortuna il pragmatismo americano (che prima potenzia il consumismo e poi ci mette una pezza) ti manda a casa l'organizzatrice domestica (ehi! dove la compro una così?? anche online!) e la psicologa, che mette una bambola orrenda senza un occhio nel sacco della monnezza e chiede alla tipa, come ti senti se faccio così?, e questa, tristissima. E come vuoi che si senta, volevi che ti dicesse, ehi, ma sai che hai ragione, perché non mi dai una mano che butto tutto nel cesso?
Dovreste vedere i bagni, a proposito. In uno era nata una radice. Una radice.
Ad un certo punto la terapia pare funzionare e la donna accetta l'aiuto.
Secondo me, nella realtà, imbottiscono la tipa di ansiolitici, la chiudono in hotel una settimana col minibar pieno di vodka, e nel frattempo ruspano via tutto, incendiano la casa, spargono il sale sulle fondamenta e poi la ricostruiscono identica, coi mobili nuovi e il frigo pieno e ragionevolmente intonso. Io farei così, si fa prima. Solo benzina e cerini possono avere ragione di tutti quei bacherozzi.
(Una aveva centinaia di topi in casa. Mi ricordava la scena di Ratatouille, quando vien giù il lampadario, in casa della vecchina). Brrrrrrr.
Verso la fine si ricompone un minimo di cosmos, la casa mostra almeno due metri per due di pavimento, l'arredamento è proprio brutto (americani, quando superiamo l'accumulo compulsivo di schifezze cerchiamo di farvi accumulate almeno del mobilio decente, dai, vi portiamo all'Ikea, al massimo), tutti sembrano un po' più contenti, i figli non hanno più la faccia schifata o odiano la madre leggermente meno. Torna anche l'ex marito col sacchettone del takeaway, ma come mangiano male, bisogna proprio curarli.
Non basta fargli conosce Eataly.
Magari si rimettono insieme, visto che iniziano a invecchiare.
Quel che mi domando è: durerà? O passato il santo passa anche il miracolo? Mmm. Inciomma.
Non sono un tipo ordinato, però sono ossessiva e pignola, tre capelli nel lavandino e dò di matto.
Mia madre accumula ma è del tipo ordinato e pulito, mette le stoffe in ordine cromatico, i milioni di bottoni che possiede in scatoline ordinate per materiale e grandezza.
Il garage è un altro discorso, ma si sa, la roba può sempre servire...anche quello slittino che abbiamo usato solo nell'inverno dell'88...
Faccio tre lavatrici, scalcaro col viakal come un'assassina, metto in ordine la pila di Venerdì. 
Domani sistemo tutto.

6 commenti:

Gillipixel ha detto...

Gli Stati Uniti, tutto sommato, sono ancora una delle popolazioni del pianeta con le energie più fresche, Vale, e da loro proviene ancora parecchia spinta innovativa, ma sono un coacervo di contraddizioni fortissime ed inestricabili...il modello di vita che hanno diffuso un po' in tutto il mondo ci ha portato un sacco di cose, delle quali sarebbe ipocrita lamentarsi, ma è ad ogni modo un modello pieno di bachi e magagne...la competitività portata all'estremo, il denaro innalzato a valore supremo, sono tutte componenti che hanno portato con sé una caterva di nevrosi, aumentando di molto il tasso di infelicità nella gente...

Questi programmi, che a volte anche a me capita di vedere, lo confesso, perché sono innegabilmente confezionati bene dal punto di vista dello spettacolo, sono ben "sceneggiati", riflettono però in pieno quelle stesse contraddizioni. Non è che andando a far calare di 30 kili in un mese un ragazzino obeso, hai risolto il problema (mi riferisco ad un altro programma che si vede spesso su Mtv)...come sempre, loro la buttano sul piano "dell'arrivano i nostri": arriva superman o l'uomo ragno, che con un colpo di spugna risolve in un batter d'occhio ogni sovrumano problema...io credo che questo modo di pensare sia ancor peggio del disagio che intendono far superare al protagonista di turno...

Dovrebbero invece seriamente farsi un esame di coscienza, rivedere un po' in quale tipo di società spietata vivono, cercare di cambiare le cose a partire dall'educazione, mica mandare "er mejo figo der bigoncio" che ti leva dai guai in due settimane :-)

Noi vecchi europei saremo ben tarocchi pure noi :-) ma credo che le nostre radici culturali lontane ci tutelino un po' meglio di Superman e Wonder Woman :-)

Forse sono andato un po' fuori tema, Vale...porta pazienza :-)

Visir ha detto...

Sarò didascalico. Epigrafico come la ricevuta di un Bancomat.

La statistica ci informa che gli USA producono l'80% dei rifiuti mondiali e sono 200 milioni di abitanti rispetto ai 7 miliardi e mezzo di umani su questo pianeta.

Curiosamenente vogliono (a parole) esportare nel resto del mondo il loro modello di vita che considerano, pensate un po', il migliore.

Se si giudicasse la vita delle persone dalle fotografie che le ritraggono ci si convincerebbe senza alcun dubbio che la loro esistenza è un giardino di delizie vissuto con coerenza.

Questo è il motivo per cui le si scatta e le si guarda.

Il problema dei disturbi compontamentali è determinato dalle problematiche genetiche del sistema nervoso e della struttura psicologica che si edifica su questo terreno che, nei 3/4 dell'umnanità, è da considerarsi malato e mancante, come afferma a voce bassa la psichiatria.

Gli psicofarmaci elargiti a piene mani dalla maggioranza dei medici sono peggio delle droghe, poichè comportano delle modificazioni profonde e irreversibili nella macchina-uomo impiantando nel ipotalamo delle catene ramificate di sostanze non più eliminabil e che si attivano casualmente senza nessun tipo di controllo.

Si trascura, in nome di una morale bigotta, l'unica strada percorribile cioè un controllo delle nascite selettivo, estirpando le tare genetiche e una educazione mirata allo sviluppo armonico della persona invece della sua omologazione, facendone un gregario senza spirito critico e facilmente gestibile.

Cercarcare poi, con metodi farmacologici di aggiustare una mente senza conoscerne l'esatto stato è come provare a riparare una centrale atomica schiacciano dei tasti a caso e aprendo valvole senza congnizione di causa per poi vedere cosa succede.
Bum?

Vanessa Valentine ha detto...

Gilli, sono d'accordo sul "bel pacchetto" delle trasmissioni, così lisce, oliate, perfette...anche nelle disgrazie.
Il problema dell'alimentazione americana (affrontata per la prima volta da Obama e consorte, prima non mi pare avesse mai sollevato dubbi e perplessità lo scatafascio di grassi, carne e bibite zuccherate) che di rimbalzo tocca anche l'Europa, con i bimbi italiani sempre più in carne causa spuntini e playstation è veramente una piaga...gli americani in persona, quando ci chiacchieri, sono consapevoli di questa smania di essere sempre i primi della classe, grandi esportatori di tutto. Se un ragazzino pesa 180 kg ce n'è di lavoro da fare, perdere i kg è solo la punta dell'iceberg. E' il cervello che deve dimagrire.
Forse è proprio quella competitività continua che deriva da una prospettiva calvinista/luterana che spinge la gente a compensare le inevitabili frustrazioni della vita...che va goduta per quello che è, un mischiotto di cose belle e brutte, di momenti in cui si vince e di tanti in cui si perde. Per fortuna ti puoi sempre fare una bella carbonara, bilanciata tra carboidrati e proteine e soprattutto bona, bona, bona.
Gli accumulatori, anche, tentano di risolvere i loro problemi con l'acquisto (cosa che si verifica puntualmente, fa bene gratificarsi di tanto in tanto, quando non riesci a fare altro nella vita è chiaro che è meglio se ne parli con qualcuno).
Sarebbe interessante vedere questi disturbi anche in contesti diversi, in Europa son sicura che ce ne sono a pacchetti, in Russia, Cina o India magari anche...gli esseri umani fanno le stesse cose ovunque si trovino. E' anche per questo che li amo.:)))))))
E "Pazzi per la spesa"? Che follia!!:))))))))

Vanessa Valentine ha detto...

Io sono ottimista, Visir, penso che gli americani mangeranno meglio e consumeranno di meno. Già si fanno gli orti sui tetti, hanno la crisi anche loro e mangeranno più verdura che carne.
Psicofarmaci: mai presi ma posso capire che alcuni ne abbiano bisogno e non giudico la fragilità delle persone. Uno deve scegliersi bene il medico, però.
I tre quarti dell'umanità malati...no, scontenti, forse, ma malati no.
Anche il gene dell'ottimismo e della felicità c'è. Tanti dovrebbero fare lo sforzo di lavorarci su, no?

Visir ha detto...

Mi stupisco del tuo ottimismo, su quali basi oggettive si fonda?

Aspettarsi un domani migliore senza far nulla di concreto per determinarlo è la prerogativa della follia umana.

I segnali che pervengono dagli USA non promettono quel cambiamento che solo tu vedi.
Il crack finanziario del 2007 determinato dal fallimento de Lehman Brothers, spesato dal Governo americano ha messo 100.000 persone a vivere nelle tende perchè hanno perso la propria casa divorata dai mutui; In compenso i responsabili di questo disastro sono stati pagati con benefit milionari e ricoprono pressoché le stesse cariche di rilievo.

Obama, che aveva promesso provvedimenti, non ha voluto o potuto far nulla poiché i suoi collaboratori finanziari sono gli stessi che hanno determinato il problema nella precedente amministrazione.

La delirante macchina bellica americana che per vivere crea continuamente nuovi conflitti non è scalfita da quel cambiamento che vedi mettere radici non si capisce dove.
Non credo che gli orti piantatati sul tetto possano essere un serio segnale rivelatore di un radicale cambiamento economico, sociale, etico e gestionale del mercato globale amministrato da potentissime lobbies di cui gli USA sono un supporter di primo piano.

Fatti, solo i fatti ci dicono cosa ci sia davvero dietro alle belle parole. Ciò vale nel mondo economico come nella soggettività dei rapporti interpersonali.

Altrimenti è come accecarsi perchè si ha paura del baratro e si vuol stare tranquilli nel camminarci sopra.

Jessica ha detto...

Ben ritrovato, Gillipixel! :-)

A Visir volevo dire che, spesso, i fatti non sono riportati dai media. Il diffuso movimento di consapevolezza che si sta estendendo in Europa e di cui sono lieta e attiva protagonista solo occasionalmente trova spazio nelle casse di risonanza dei mezzi d'informazione, ma l'esistenza delle Banche del Tempo, dei Gruppi di Acquisto Solidale, di Slow Food, dei progetti di Filiera Corta, del cibo a km 0 testimoniano lo spostamento delle coscienze da un'ottica prettamente materialistica a una più cosciente delle varie componenti, anche immateriali, dell'esistenza.
L'importante è farsi coraggio a vicenda e contagiare in modo positivo. Siamo tutti nella stessa barca e ci salveremo solo tutti insieme.